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29 luglio 2009

Il "chi è chi" del potere: la Fondazione Nobel

Abbiamo già parlato di alcuni gruppi, enti o famiglie di particolare potere internazionale [1], tutti più o meno profondamente legati al concetto di nuovo ordine mondiale, dove il potere è concentrato ancor più nelle mani di pochi.

Diamo uno sguardo ora alla Fondazione Nobel, un ente non direttamente collegato con l'NWO, ma che funge da importante centro di potere e fa comprendere come funzioni l'attuale sistema ormai ben collaudato.

L'industriale svedese Alfred Nobel era conosciuto anche come grande scienziato e inventore della dinamite. Prima della sua morte, avvenuta nel 1896, dispose che dalla sua ingente fortuna nascesse un premio annuale per i migliori studi in fisica, chimica, medicina, per la miglior carriera letteraria e per l'impegno per la pace (il premio per gli studi economici fu aggiunto in seguito).
Così nel 1900 nacque a Stoccolma la Fondazione Nobel, che da allora conferisce gli ambitissimi premi, mentre il Comitato Nobel sceglie i premi per la pace.

Il premio ha acquisito un tale prestigio internazionale che può essere considerato la suprema aspirazione per ogni scienziato, scrittore o economista.
Vincere il Nobel è ormai da decenni considerato quanto di meglio possa accadere a una persona nella sua sfera pubblica.

Il vincitore viene proiettato in una sorta di olimpo delle scienze e anche il suo peso politico aumenta esponenzialmente all'annuncio dell'assegnazione del premio.

La Fondazione quindi è divenuta nei decenni un sempre più influente centro di potere.

Un premio nobel può conferire a una persona un'aura tale da inibire un eventuale dibattito pubblico sulla sua ricerca, sui metodi e sulle conclusioni.

Inoltre ha il potere di attribuire in automatico una sorta di "certificazione di qualità suprema" per cui i risultati o le teorie del vincitore verranno prese, si può dire, "come oro colato": non solo mai messe in discussione, ma prese come esempio e paradigma, seguite pedissequamente e considerate nell'olimpo delle idee che fanno la storia.

Il potere della Fondazione Nobel è dunque tale da poter dare un consistente contributo al naturale corso degli eventi.
E quando assegna il premio per la pace -la più prestigiosa riconoscenza mondiale in questo ambito- a un politico come Al Gore per le conclusioni dell'IPCC [2] sul riscaldamento globale, dovrebbe sorgere spontaneo il dubbio sul perché mai, se quegli studi sono stati davvero condotti con rigore scientifico, non sia stato conferito il premio per la fisica (gli studi sul riscaldamento globale sono in massima parte compresi in questa disciplina). E mentre riflettiamo su questo punto lapalissiano, osserviamo come il premio per la pace ad Al Gore e all'IPCC stia cambiando radicalmente il peso politico che le conclusioni di quel comitato hanno assunto.

Oggi, chi si permette di sollevare dubbi o chiedere ulteriori verifiche su quel che è diventato il dogma laico del terzo millennio, cioè il riscaldamento globale di origine antropica [3], viene etichettato come minimo come capitalista pro-inquinamento al soldo delle lobby del petrolio, se non viene addirittura spedito all'istante dallo psichiatra [4].

Inutile dire che riscaldamento globale e inquinamento sono due realtà distinte e separate, e che porre dubbi sul dogma del global warming non significa assolutamente avallare l'attuale sviluppo improntato all'inquinamento nefasto e all'erosione delle risorse naturali del pianeta [5].
Ma questa è un'altra storia, e mi riprometto di riprenderla presto, in un articolo dedicato al riscaldamento globale (pazienza.. ci sto lavorando).


Note

[1] Per esempio la dinastia dei Rothschild, il Council of Foreign Relations, il gruppo Bilderberg, il Bohemian Grove, la Commission on Global Governance.

[2] Intergovernmental Panel on Climate Change (comitato intergovernativo per il cambiamento climatico). Già il fatto che sia un gruppo governativo dovrebbe dirla lunga sull'indipendenza scientifica delle sue ricerche, ma basta anche solo dare uno sguardo a tutte le ricerche che contraddicono i risultati dell'IPCC o che mettono in luce punti quantomeno ambigui della sua metodologia, o ancora a tutti i "fuoriusciti" dell'IPCC, cioè gli scienziati che a un certo punto hanno deciso di non avere più nulla a che fare con questo gruppo e con le conclusioni che andava sponsorizzando. Il quadro che ne risulta è desolante, dal punto di vista di chi ama l'onestà e il rigore scientifico. I "risultati" altro non sono, in realtà, che un breve rapporto di natura prettamente politica, in cui la ricerca scientifica è stata svilita e manipolata ad hoc per conformarsi a linee guida politiche già stabilite.

[3] In inglese AGW, Anthropogenic Global Warming, cioè riscaldamento globale causato dalle attività umane (principalmente emissioni di gas serra).

[4] Come è successo ad alcuni deputati europei che "si sono permessi" di chiedere verifiche sui metodi e le conclusioni dell'IPCC al Parlamento Europeo: quest'ultimo ha suggerito per tutta risposta che quei deputati abbisognavano di una urgente visita dallo psichiatra. Chi -anche dati alla mano- pone dubbi sul nuovo dogma laico del terzo millennio, è ormai considerato non in grado di intendere e di volere.

[5] Questa è infatti una classica fallacia logica, detta "del piano inclinato". Per una spiegazione delle più comuni fallacie logiche si veda qui.

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