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16 febbraio 2009

Hitler poteva essere sconfitto il primo settembre 1939

... .. . .. ...

- L'affaire Roessler -

Pubblico in più puntate un mio articolo sul più grande -e misconosciuto- caso di spionaggio della seconda guerra mondiale.

L'intero articolo, corredato di immagini, può essere scaricato gratuitamente a questo indirizzo (pdf, 700 Kb):

http://www.mediafire.com/?u3mmmjy3ym5

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Hitler poteva essere sconfitto il primo settembre 1939



30 maggio 1939, Lucerna (Svizzera).
Rudolf Roessler, un emigrato tedesco trasferitosi in Svizzera mentre il nazismo dava la scalata al potere nella sua patria, riceve due carissimi amici a casa sua. Fanno parte di un gruppo di undici persone in tutto, compreso lo stesso Roessler: si sono conosciuti durante la prima guerra mondiale, tutti militari sul campo. La loro amicizia è così salda che, quando il nazismo inizia a prendere potere in Germania, giurano di fare tutto il possibile perché il loro paese non cada nelle mani di personaggi che incarnano idee lontane anni luce dalla tradizionale cultura germanica.


Roessler è emigrato in Svizzera nel 1933, a seguito della promulgazione di una legge secondo cui il partito nazista sarà l'unico partito politico tedesco: chiunque voglia tenere in vita partiti già esistenti o fondarne di nuovi, rischia la prigione, i lavori forzati o pene più gravi. Roessler è un giornalista e critico teatrale, direttore del "Das Nationale Theater"; in agosto incontra a Berlino un giovane svizzero, Xavier Schnieper, che sta scrivendo una tesi in filosofia ed è buon conoscitore della situazione geopolitica europea.
Schnieper, 23 anni, in primavera è stato reclutato da una filiale dei servizi segreti svizzeri, comandati dal colonnello Roger Masson. Vede in quello scarno ometto non semplicemente un critico teatrale, ma un uomo dal temperamento forte e dai saldi ideali, anche se un po' "a destra" per i suoi gusti... Ancora non sa se potrà risultare utile, ma è Schnieper che consiglia a Roessler, in quell'agosto del '3
3, di emigrare in Svizzera con la moglie.
Non può certo immaginare che quell'emigrato diverrà nel giro di pochi anni il nucleo più tenace e segreto della resistenza tedesca, il centro di una rete fittissima di spionaggio internazionale, grazie a cui informazioni vitali passeranno dalla Germania nazista agli Alleati e ai sovietici co
n tempistiche ancor oggi impressionanti.

Dal 1934 Roessler dirige una piccola casa editrice a Lucerna, la Vita Nova Verlag, fondata da alcuni amici svizzeri. Sotto lo pseudonimo di "Hermes" (il messaggero degli dei della mitologia greca), pubblica diversi articoli sulla Germania, scritti con grande virulenza e dedicati alla rovinosa ascesa del nazismo che sta portando la sua Germania verso il baratro. Dai suoi fedelissimi amici rimasti in patria, riceve spesso lettere, in cui -secondo un codice che usa una terminologia banale e quotidiana- questi gli passano informazioni su cosa accade in Germania. Grazie a queste informazioni, potrà per esempio annunciare con un mese di anticipo l'occupazione, da parte della Wehrmacht, della zona smilitarizzata della Renania (avvenuta il 7 marzo 1936), oltre a mostrare il vero volto della "prosperità" della Germania che all'estero tanto impressiona.
Tutti i dieci amici di Roessler sono rimasti nelle fila dell'esercito, ufficiali dell'alto comando tedesco: odiano il nazismo, vi vedono il tradimento dei princìpi e degli ideali tipici germanici; hanno giurato di abbatterlo con ogni mezzo loro possibile.
E il mezzo arriverà presto, sotto for
ma di un comune radiotelegrafo. Che terrà in comunicazione costante i dieci alti ufficiali con quel critico teatrale emigrato in Svizzera.

Il 30 maggio 1939 due di questi amici, insediati ai più alti livelli del comando tedesco come generali, portano a Roessler una notizia terribile. Hitler, il 23 dello stesso mese, ha convocato il suo quartier generale per annunciare che si dovrà occupare la Polonia, non più tardi di tre mesi. Questo si traduce in una parola sola: guerra.

Roessler decide di tenersi in contatto con i suoi amici. Organizzano una linea di resistenza segreta attraverso l'uso del radiotelegrafo, con codici che mutano continuamente.

Roessler sa di poter avere in mano informazioni di capitale importanza per vincere quel nazismo che sta per portare l'Europa nel baratro della guerra. Contatta Schnieper, il quale lo presenta ai servizi segreti svizzeri. Roessler comunicherà tutte le informazioni che gli giungeranno dal centro di comando a Berlino, con l'unica condizione di non rivelare mai i nomi dei suoi informatori. Gli svizzeri accettano. A loro volta passeranno quelle notizie di prima mano agli Alleati.
La Svizzera ha uno strano concetto di
"neutralità": se da un lato si sente più vicina agli Alleati, favorendone nel modo più "giustificabile" possibile i movimenti, dall'altro cerca di tenersi buona la Germania nazista, per evitare ritorsioni che potrebbero anche tradursi in un'invasione militare... Ma le banche svizzere accettano denaro da chiunque, sterline, dollari, marchi tedeschi: il denaro non ha colore... soprattutto quando si tratta di capitali ingenti. Ma questa è un'altra storia, a cui dedicheremo spazio in futuri articoli.

Torniamo al 1939, in una modesta casa alla periferia di Lucerna.
Il telegrafo di Roessler crepita all'improvviso la notte del 23 agosto: è nata la Linea Viking. Il mattino stesso, i capi della Wehrmacht si sono riuniti in seduta straordinaria; il generale Halder comunica l'ordine ricevuto il giorno precedente da Hitler: attacco alla Polonia il 26 agosto.
Roessler passa le informazioni ai servizi svizzeri. L'attacco sarà posticipato al 1° settembre per una serie di iniziative diplomatiche di Francia e Gran Bretagna, ma in ogni caso la Svizzera e gli Alleati sanno con tre mesi d'anticipo che la Polonia sarebbe stata invasa, e conoscono i dettagli relativi al piano diversi giorni prima della sua attuazione.

Questo scenario si ripeterà centinaia e centinaia di volte nel corso dei m
esi successivi, sempre con maggiore tempestività e con una dovizia di particolari da far impallidire qualsiasi altra linea di informazioni conosciuta.
L'intelligence svizzera saprà con anticipo ogni singola mossa dell'esercito tedesco, ogni piano strategico e ogni movimento di truppe. Nessuna iniziativa di Hitler resterà segreta per più di qualche ora... Giorno e ora di ogni attacco, quanti uomini, quanti e quali armamenti, quale disposizione e strategia di movimento, quali comandanti, quanti rifornimenti e la loro dislocazione, persino il morale delle truppe... Fino al più piccolo particolare, tutto verrà passato in forma di punti e linee cifrati da Berlino a Lucerna.

Gennaio 1940.
Roessler viene a sapere delle intenzioni del Fuhrer di attaccare la Norvegia. A gennaio e febbraio, mentre Hitler affretta i preparativi per l'invasione a nord, l'intelligence svizzera sarà tenuta al corrente. Dal 26 febbraio, gli svizzeri conoscono ogni particolare del piano. E informano doverosamente gli Alleati.
Il primo marzo, Hitler trasmette ai suoi generali le direttive per l'occupazione della Danimarca, operazione da accorpare a quella contro la Norvegia. L'8 marzo, i servizi segreti svizzeri hanno in mano i principali elementi di questo piano. Danimarca e Norvegia sono tempestivamente avvertite ad ogni novità che giunge tram
ite Roessler direttamente da Berlino.

9 aprile 1940.
Il piano di attacco di Hitler viene messo in pratica con successo. Norvegia e Danimarca ne sono "sorprese". Anche quando viene segnalata la flotta tedesca in avvicinamento alle coste. I due paesi restano stranamente "apatici" e i nazisti piegano in breve tempo la resistenza. E' un successo su tutta la linea.

Norvegia e Danimarca sapevano da tre mesi quali fossero le intenzioni del Fuhrer e quando sarebbero state messe in atto.
La Danimarca ha avuto due diverse fonti di avvertimento: il 30 marzo, l'addetto militare olandese a Berlino, colonnello Sas, viene avvertito della sorte che toccherà alla Danimarca sia dall'intelligence svizzera che dal colonnello tedesco Oster, aiutante dell'ammiraglio Canaris (capo dello spionaggio nazista, in seguito sospettato di tradimento), amico di Sas. Il
quale informa immediatamente l'addetto navale danese. Ma il governo danese non terrà in alcun conto la vitale informazione, per quanto confermata dalle due fonti. Ugual sorte tocca alle informative destinate alla Norvegia, partite il 25 marzo. Nemmeno il governo norvegese, nonostante le insistenze degli ufficiali svizzeri, darà credito alla notizia.

Belgio, Olanda e Francia seguiranno lo stesso destino (dal 10 maggio 1940): come Danimarca e Norvegia, vengono avvertite per tempo dei piani d'invasione di Hitler, ma ugualmente restano immobili, rendendo quelle informazioni lettera morta (e non solo le informazioni ma migliaia di loro uomini e civili).

L'avanzata nazista in Europa potrebbe essere arrestata prima ancora che abbia inizio, ma nessuno dei paesi coinvolti muove un dito nonostante il profluvio e la precisione dei dettagli forniti.

Roessler non si perde d'animo. Continuerà a trasmettere ogni singola informazione che gli perviene dai suoi amici nell'alto comando tedesco.
Il mattino Hitler comunica le sue decisioni e prima che arrivi l'alba del giorno dopo gli svizzeri ne conoscono ogni dettaglio.


Il 1940 potrebbe essere l'anno della totale disfatta del nazismo. Gran
Bretagna, Francia e gli altri paesi alleati potrebbero annientare l'esercito tedesco giocando d'anticipo, forti delle precise e tempestive informazioni che giungono direttamente da Berlino.
Potrebbero stroncare sul nascere ogni velleità del Fuhrer. Non lo fanno.
L'intera tragedia della seconda guerra mondiale, con i suoi 36 milioni di morti, le distruzioni di intere città, gli strascichi post-bellici che porteranno fino alla guerra fredda... tutto poteva essere evitato.

La campagna del '39-'40 poteva essere l'inizio e la fine degli obiettivi nazisti. E' stata invece una continua serie di successi, ovunque Hitler mandasse le sue truppe, queste facevano tabula rasa. E i governi sapevano. Sapevano tutto con largo anticipo.

[ continua: Seconda parte - Terza parte - Quarta parte ]

4 commenti:

Anonimo ha detto...

complimenti, un lavoro eccezionale, che fa il paio con questo mio articolo che spiega ocme sia successa la stessa cosa ai tempi della prima guerra mondiale

insomma l'11 settembre non è che l'ultima (per ora) storiaccia di questo tipo organizzato dalla cricca che ci governa

corrado

Gaia ha detto...

Anche quella è una "bella" pagina di storia (che non si insegna nella scuola masson-pubblica italiana..)

Risveglio Globale ha detto...

eccellente. bellissimo post. a dimostrazione che la seconda guerra mondiale serviva a qualcuno per i suoi scopi politici. altro che "natura umana". l'ho ri-postato sul mio blog (mi son permesso di sottolineare in neretto le info essenziali). ciao

Anonimo ha detto...

Un altro esempio esplicito di quanto tutto ció che é passato fosse già organizzato fin da secoli come é dimostrato dalla lettera di albert pike, papà massone...