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18 febbraio 2009

L'affaire Roessler (3)

[continua dalla 2° parte - 1° parte - download intero articolo QUI]

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Agosto 1941, Mosca.
Le informazioni continuano a giungere puntuali dalla Svizzera. Lucy è in febbrile attività. I piani nazisti per il fronte russo cambiano, Hitler vuole subito arrivare a Mosca, Roessler aggiorna tempestivamente i sovietici ma un imprevisto si mette in mezzo a questo meccanismo perfetto: Hitler stesso.
Con la impreve
dibilità che lo caratterizza, il 18 agosto decide di cambiare tattica e prendere Kiev. Dà carta bianca a Guderian, senza fornire i dettagli del piano d'attacco: si farà in modo empirico, sul campo.
Dal 20 al 25 agosto, le truppe naziste sfileranno letteralmente lungo le linee tenute dai russi, che ignari del mutamento di programma pensano a un diversivo dei tedeschi: aspettano l'attacco in direzione Briansk-Mosca, per cui lasciano sfilare l'esercito nemico a sud. Aspetteranno invano: Guderian giungerà in una Kiev sguarnita e attonita. Il successo è completo. Come Kiev, cadranno Briansk e Viasma. L'esercito tedesco punta su Mosca. Ma è in arrivo l'inverno russo, e Lucy ha in mano nuove sorprese...

Roessler, in quell'autunno del '41, fornisce ai russi diverse informazioni preziose, tra cui una riguarda
nte una nuova arma tedesca chiamata "V-1". Inoltre i nazisti stanno mettendo in cantiere un missile da 10 tonnellate! Ma Lucy comunica anche le condizioni delle truppe tedesche sul fronte orientale: mal equipaggiate, l'inverno russo ne sta piegando il morale giocando a favore di Stalin.

Nonostante però i russi sapessero sempre cosa li aspettava, fino al 1942 si lasciano accerchiare dai tedeschi come previsto dai piani nazisti. Un comportamento inspiegabile, che causa migliaia di vittime e feriti.
Dalla metà del '42 l'Armata Rossa cambia tattica e sfrutta più profondamente le informazioni di Lucy: improvvisamente si sottrae agli accerchiamenti tanto cari ai tedeschi, diviene mobile, attira i nemici su terreni poco propizi ai mezzi blindati nazisti, impone anche l'ora della battaglia e il luogo.
Inoltre introduce una nuova arma che sarà destinata ad essere sfruttata largamente in futuro: l'arma psicologica. Una sapiente miscela di informazioni e minacce. In piena notte, gli altoparlanti sovietici fanno sobbalzare le truppe nemiche con messaggi come questo: "Panzergrenadier della 24° divisione, non ci incontrerete a sud di Voronej dopodomani, come
vi hanno detto i vostri capi. Non date per scontato l'accerchiamento: non ci saremo più. Fate economia di pane, obici e benzina. Perché vi assedieremo. E si chiameranno fortunati quelli a cui sarà rimasta una pallottola per farsi saltare le cervella."
Questa tattica avrà effetto soprattutto sui soldati semplici, provocando anche diversi casi di follia.

In questo periodo, non passeranno più di 10 ore fra una decisione presa a Berlino e la sua comunicazione a Mosca. Roessler diventa uno dei personaggi più protetti della Svizzera.

Tra i generali nazisti c'è un certo sconcerto. Ma nessuno osa anche solo immaginare che le talpe siano insediate ai più alti livelli del comando militare tedesco. Una persona però ha l'intelligenza e l'astuzia per inseguire qualunque pista paia promettente, anche la più inverosimile... Walter Schellenberg, Brigadefuhrer delle SS e capo dello spionaggio nazista. Da tempo è sulle tracce di diversi informatori. A metà del '42, la sua squadra a Dresda intercetta diverse comunicazioni criptate di cui non si sa nulla: gli esperti del Brigadefuhrer riusciranno a scoprire che queste trasmissioni clandestine sono indirizzate a un apparecchio localizzato in Svizzera. Il cerchio si sta stringendo su Roessler, ma nessuno a parte Schellenberg ancora lo sa.
Il tempo però gioca a sfavore dei nazisti: per stringere le maglie della rete attorno a un apparecchio in particolare in Svizzera, a Schellenberg serve tempo, mentre sul fronte orientale le truppe tedesche continuano a soffrire gli attacchi sovietici e il rigore dell'inverno a cui i loro equipaggiamenti non sono preparati. I russi inoltre, ben informati da L
ucy, fiaccano i nemici tagliando le loro linee di rifornimento di munizioni, cibo e carburante.

Luglio 1943, Svizzera.
Walter Schellenberg ha messo in cantiere un'operazione colossale per mettere le mani sui traditori della Germania nazista. Riesce a infiltrare diverse reti di spionaggio russe, tra cui anche quella di Rado.
Roger Masson aumenta le protezioni per Roessler. E' un periodo decisivo per le sorti della guerra. Per non insospettire Schellenberg, con cui ha avuto diversi incontri e dal quale ha ottenuto molti importanti favori, cerca di anticiparne le mosse e fa arrestare alcune spie che operano in Svizzera. E' una corsa contro il tempo, Schelle
nberg non deve arrivare a Roessler...
Nell'autunno del '43 la rete di Rado è caduta nella trappola di Schellenberg. Masson cerca di proteggere il più a lungo possibile Roessler e Alexander Foote, suo ultimo contatto rim
asto con Mosca. Ma l'immunità non potrà prolungarsi molto, Masson sta giocando sul filo del rasoio perché se Schellenberg scoprisse che i servizi svizzeri sono direttamente coinvolti nella protezione di una spia sovietica, per la Svizzera non ci sarebbe scampo.

Alla fine anche Foote viene arrestato (per sua fortuna, non dall'intelligence nazista ma da quella svizzera). Masson rassicura Roessler, che ora non può più com
unicare con la Russia: ormai l'esercito tedesco corre verso la disfatta sul fronte orientale, i sovietici hanno saldamente le redini in mano. L'emigrato tedesco però può diventare utile sul fronte opposto, passando le informazioni agli Alleati. I quali, però, non prenderanno le sue trasmissioni con la dovuta serietà come invece fecero i sovietici da quel giugno del '42.
Eppure Roessler fornisce informazioni essenziali: agli inglesi per esempio trasmette importanti notizie sulle nuove armi V-1 e V-2, mentre continua a tenere aggiornati gli svizzeri con le sue analisi della situazione. A queste comunicazioni, gli Alleati non riserveranno adeguato trattamento. Altro fatto piuttosto ambiguo.

9 maggio 1944, Lucerna.
Il Brigadefuhrer Walter Schellenberg non ha desistito. Masson gli ha giocato un brutto tiro sottraendogli diverse spie della rete di Rado, ma i suoi agenti in Svizzera hanno notato un particolare: alcune spie russe si incontrano talvolta con un libraio di Lucerna. Schellenberg vuole più informazioni. Si tratta di un emigrato tedesco! Il capo dello spionaggio nazista sobbalza: vuole sapere chi è, da dove viene, perché non ha mai partecipato alle riunioni che il partito nazista tiene in Svizzera... Il cerchio si stringe. Roger Masson questa volta non va per il sottile: il 9 maggio fa condurre Roessler, sotto valida scorta, nella prigione di Losanna. Il giovane Schneider e altri agenti russi vengono invece portati in quella di Ginevra. Schellenberg è infuriato.
Sa bene che una prigione è forse l'unico luogo inaccessibile per i suoi agenti.

20 luglio 1944, Berlino.
Fallisce un attentato al Fuhrer da parte di alti esponenti dell'esercito. Ma il nazismo ha comunque i giorni contati.
Dal 16 settembre, gli uffici dello spionaggio svizzero tornano a vedere aggirarsi quotidianamente Roessler. I suoi dispacci giacciono in una cassa, non si sa come farli avere a chi... Ma la Germania sta capitolando, la guerra non durerà ancora molto.

[continua: Quarta e ultima parte]

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