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17 febbraio 2009

L'affaire Roessler (2)

[continua dalla prima parte - download intero articolo QUI]

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31 luglio 1940, Berlino.
Hitler convoca i capi del suo stato maggiore e comunica la sua decisione irrevocabile di attaccare la Russia.
Questa è un'idea fissa del Fuhrer fin dal '39, mai messa in atto per le pressioni dei suoi generali. E' ancora in vigore il patto di non aggressione firmato a Mosca nell'agosto del 1939 ("Patto Molotov-Ribbentrop"), inoltre intuiscono le difficoltà a cui andranno incontro spaccando l'esercito su due fronti, entrambi terribilmente impegnativi. E l'inverno russo non è uno scherzo...
Ma Hitler non può più aspettare, vuole allargare la guerra al fronte russo. Le materie prime dei territori in mano ai sovietici sono per lui troppo preziose.

3 agosto 1940, Lucerna.

Roessler riceve l'informazione-bomba riguardante i piani nazisti per la Russia e un'ora dopo è già nelle mani della centrale dello spionaggio svizzero. Gli s
vizzeri tentennano. Si preparano ad archiviare questa notizia, così come fatto per le precedenti che riguardavano la Russia. Roessler fa sapere che lui e i suoi compagni stanno rischiando la vita per la fine del nazismo, e sono pronti ad aiutare chiunque pur di raggiungere questo scopo.
I servizi svizzeri dichiarano salomonicamente che non si metteranno mai in contatto con i russi. Roessler chiede quindi se può avvertirli direttamente lui. Gli svizzeri non rispondono. Nasce così la più grande rete di spionaggio russo in terra europea.

Dall'agosto del 1940, mentre continua a tenere informati gli svizzeri su tutto ciò che perviene da Berlino, Roessler cerca il modo per mettersi in contatto con la Russia. I preparativi per l'in
vasione nazista si fanno sempre più veloci. Urge trovare il modo per avvertire Stalin.

18 dicembre 1940, Berlino.
Hitler presenta l'Operazione Barbarossa ai suoi generali: l'apertura del fronte russo. I preliminari dovranno essere terminati entro il 15 maggio 1941. Questo piano perfetto non subirà alcun cambiamento notevole. Per mantenere il segreto, Hitler ordina che si facciano solo 9 copie del piano, una per ogni esercito (Wehrmacht, Luftwaffe, Kriegsmarine), le restanti sei rimarranno al quartier generale dell'Oberkommando.
Otto giorni più tardi, il 26 dicembre, Roessler riceve via telegrafo l'intero piano dell'Operazione Barbarossa, fin nei minimi dettagli. Le trasmissioni durano 48 ore, per decifrarle saranno necessarie 12 ore. Di fronte al piano decriptato, Roessler sobbalza. I suoi compagni a Berlino corrono rischi sempre maggiori per fargli avere quelle informazioni, e lui non sa cosa farsene. N
on ha ancora trovato il modo di comunicare coi russi.

Nella primavera del 1941 gioca la sua ultima carta, una opzione che non avrebbe mai voluto scegliere e che ha un nome preciso: Christian Schneider, un suo connazionale dalle idee radicalmente diverse dalle sue... Si mette in contatto con lui, si incontrano, Roessler gli fa capire la gravità della situazione. E Schneider lo arruola immediatamente nella sua rete di spie russe. Nasce così Lucy, nome in codice di Roessler all'interno della rete spionistica di Schneider.

Lucy diverrà presto il migliore agente sovietico in Svizzera, la spina nel fianco più dolorosa per i nazisti. Tanto che Walter Schellenberg, capo dello spionaggio tedesco, farà di tutto per arrivare a mettere le mani su quel nucleo di informatori che così efficacemente passano informazioni vitali al nemico. Arriverà anche ad incontrare Roger Masson, il suo omologo svizzero, concedendogli favori sempre maggiori in attesa di poterlo avere ben bene tra le sue mani per farsi ricambiare con i nomi dei traditori... Ma il colonnello Masson, dopo mesi di incontri segreti e vicendevoli schermaglie, non
potrà fornirgli nemmeno uno di quei nomi: perché non li conosce nemmeno lui.

Roessler fa la conoscenza di Alessandro Rado, residente a Ginevra, il direttore della centrale di spionaggio russa in Svizzera: il suo nuovo capo.
Continua ad aggiornare gli svizzeri, che dal canto loro conoscono il nuovo status di quell'impareggiabile informatore. Chiudono un occhio, o forse tutti e due, come sornionamente decidono di fare quando si trovano in simili imbarazzanti situazioni.

27 marzo 1941, Lucerna.
Roessler riceve la notizia che Hitler rimanda di quattro settimane l'inizio dell'Operazione Barbarossa, inizialmente prevista per il 15 maggio. I russi non si sono dimostrati interessati a Lucy e alle sue straordinarie informazioni: anzi, il centro di spionaggio sovietico a Mosca ha ordinato a Rado di non prendere in considerazione alcun messaggio che provenga da Lucy. Questo oscuro personaggio non vuole far conoscere i nomi dei suoi informatori, inoltre non vuole nemmeno essere pagato, perciò -agli occhi dei sovietici- risulta una spia molto sospetta.
Roessler fa spallucc
e. E' testardo. Per lui esiste solo l'annientamento del nazismo e non si cura dell'incredulità, della diffidenza, dei sospetti dei destinatari delle sue informative. Continua a lavorare, riceve e trasmette, elabora analisi strategiche per gli svizzeri, comunica ogni dettaglio a tutti, alleati e sovietici.
Se i russi vogliono tenere in considerazione la sua trasmissione, l'Armata Rossa avrà quattro settimane per organizzare un contrattacco.
Dal 27 marzo è in contatto quotidiano con i suoi compagni a Berlino. Informa innanzitutto Schneider, alias Taylor, e poi gli svizzeri, i quali si accontentano di restare informati sugli eventi.
Rado comunica comunque a Mosca questa essenziale informazione. Il 2 aprile gli arriva perentorio l'ordine di smettere di "dare ascolto a quelle sciocchezze". Da quel momento, ogni comunicazione che gli giunge da Lucy tramite Taylor si fermerà sul tavolo del suo ufficio.
Per tutto il mese di maggio e buona parte di giugno, Roessler continua a collezionare informazioni vitali.

11 giugno 1941, Gi
nevra.
Rado riceve da Lucy una notizia terrificante: "Attacco generale contro territori occupati dalla Russia, all'alba di domenica 22 giugno, ore 3:15".
Il giorno dopo, Rado telefona a un suo agente, l'inglese Alexander Foote, dicendogli di trasmettere a Mosca l'informazione. Insieme a questa, Foote riceve anche il dossier con tutte le comunicazioni avute da Lucy per più di un mese, immobilizzate sulla scrivania di Rado come da ordini ricevuti da Mosca.
Il 14, poi il 16, 17 e 18 giugno 1940, Foote trasmette a Mosca tutta la documentazione, ricevendo in risposta solo dei laconici "Ricevuto".
I russi hanno nel frattempo avuto notizie simili da altre fonti, per cui non manifestano più alcun sospetto su Lucy. La data del 22 giugno è confermata da quattro fonti indipendenti.
La sera del 21 giugno, la Germania dichiara guerra alla Russia. Nove ore dopo, su un fronte di oltre mille chilometri, un'ondata di fuoco si abbatte sulla Russia. E' iniziata la guerra sul fronte orientale.

[continua: Terza parte]

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