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19 febbraio 2009

L'affaire Roessler (4)

[quarta e ultima parte, continua dalla 3° parte - 2° parte - 1° parte - download intero articolo QUI]

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A guerra finita, Roessler resta in Svizzera, continuando a dirigere la casa editrice Vita Nova Verlag a Lucerna.
Il nazismo è stato sconfitto militarmente, ma non sono pochi i seguaci della mistica bruna che si aggirano per l'Europa, aspettando solo il momento propizio per rialzarsi: ecco perché Roessler accetta di diventare un informatore per la Cecoslovacchia, quando nella primavera del 1947 un ufficiale in borghese della legazione ceca in Svizzera, incaricato dai servizi sovietici, gli chiede di riprendere servizio fornendo studi sulla situazione militare e strategica dell'Europa.
Roessler contatta Xavier Schnieper, il giovane svizzero che l'aveva iniziato allo spionaggio nel 1933: diverrà il suo corriere.

Nel gennaio del 195
3, Roessler è nella Germania Ovest. Stila una relazione di tredici pagine sulla situazione militare europea, che manderà in Svizzera per farla poi giungere ai cechi. E' un dossier compilato secondo le pubblicazioni ufficiali che circolano negli ambienti della NATO, nessun segreto di importanza capitale dunque, ma viene scoperto e arrestato. La polizia svizzera era stata informata da un alto funzionario tedesco che teneva d'occhio Roessler. Viene imprigionato insieme a Schnieper. Passano ben 242 giorni di prigione detentiva prima del giudizio, il 2 novembre. La polizia svizzera ha impiegato tutto questo tempo per approntare il dossier... o forse per montare il caso, come dicono alcuni?
Il processo dura tre giorni, gli imputati vengono accusati di avere spiato la Repubblica Federale Tedesca a vantaggio della Cecoslovacchia. La difesa sostiene con diverse prove che non si trattava di rapporti segreti, quanto di studi elaborati sulla base di pubblicazioni accessibili al pubblico. Un anno di carcere a Roessler, nove mesi a Schnieper. Molti sostengono abbiano pagato troppo caro l'aver passato informazioni a danno di uno stato straniero per favorire un altro stato straniero...

Nel 1955 Roessler va a vivere a 10 chilometri da Lucerna, a Kriens. Morirà, dimenticato, nel 1958.

La più grande spia di tutti i tempi, che ha tenuto in mano i dettagli relativi a ogni singola decisione di Hitler dal 1939 al 1945, è anche la più sconosciuta, ancor oggi.

Non si conoscono i nomi dei suoi dieci compagni che, dall'interno dell'alto comando nazista, hanno segretamente lavorato per l'annientamento di Hitler. L'opera di Accoce e Quet ("La guerre a été gagnée en Suisse", Paris, 1966), su cui si basa la maggior parte delle informazioni usate per stilare questo articolo, riporta solo le iniziali dei loro nomi: troppo rischioso rivelarli per esteso, sostengono gli autori, anche a distanza di vent'anni dalla fine della guerra.
Questo impenetrabile mistero sulle identità dei più tenaci e temibili avversari del nazismo, ha dato adito a voci che sostengono diverse ipotesi. Una è quella dello stesso Alexander Foote, che ha pubblicato un libro ("Handbook for spies") in cui sostiene che Roessler fosse in realtà una spia inglese, e che il fantomatico gruppo di informatori a Berlino fosse solo un escamotage per far accettare ai sovietici informazioni che in realtà provenivano dalla Gran Bretagna... Sinceramente, pur essendo quello dello spionaggio un
mondo dove nulla è ciò che sembra, mi pare piuttosto inverosimile una tale ipotesi, soprattutto dopo aver letto quanti e quali particolari intessono la vicenda di Rudolf Roessler.

Resta un dato, però, davvero incontrastabile: il nazismo poteva incontestabilmente essere sconfitto entro il 1940.
L'inedia degli Alleati di fronte alla massa enorme di informazioni e di dettagli su ogni singola mossa del Fuhrer, è qualcosa che lascia sinceramente attoniti.

Ma forse non è poi così incredibile, questa vicenda: stiamo infatti parlando di interessi economici e geopolitici enormi; di governi pronti a sacrificare la vita di migliaia di loro cittadini in nome della politica e di interessi materiali;
di movimenti sotterranei di sette esoteriche, o pseudo tali, che hanno condizionato con la loro ideologia decisioni importanti da una parte e dall'altra; di movimenti come il sionismo che avevano cinicamente tutto da guadagnare dalle politiche nazifasciste; e stiamo parlando inoltre di un paese come gli USA a cui, per risollevarsi dalla depressione del '29, nulla sarebbe stato più favorevole di una bella guerra mondiale... L'economia statunitense era allo sfascio, i piani elaborati dal governo per far fronte alla crisi, per loro stessa natura, non potevano che sprofondare ancor più gli USA nel baratro del debito. Investire nel settore militare era il modo migliore per mascherare il fatto che gli interventi statali avrebbero portato al collasso totale. L'economia USA avrebbe tirato un sospiro di sollievo... anche se solo temporaneo; e nel dopoguerra, a conti fatti, il potere del nascente impero statunitense si sarebbe esteso forse ancor più di quanto si potesse inizialmente sperare. Un impero fondato sul debito, però: condizione di cui oggi gli USA stanno pagando pegno, a carissimo prezzo. Soprattutto da quell'agosto del 1971, che ha segnato l'inizio della corsa più sfrenata verso l'inevitabile baratro che oggi inghiotte tutto il mondo.
Ma questa... è un'altra storia. Che racconteremo a breve.

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Riferimenti:

Pierre Accoce, Pierre Quet: "La guerra fu vinta in Svizzera". Longanesi, 1974.
http://it.wikipedia.org/wiki/Rudolf_Roessler
http://en.wikipedia.org/wiki/Lucy_spy_ring
http://www.nybooks.com/articles/1973
http://www.geocities.com/palingenesi2001/nazimagi/09.htm

Nota:
In tedesco Rudolf Rößler, o Rössler, trascritto per lo più come Roessler.


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