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05 novembre 2006

L'atomica, l'ONU e gli Stati canaglia


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1961, deserto del Nevada.

"Ero seduto sul tetto della cabina di un camioncino del Dipartimento della Difesa (Dod) parcheggiato la sera prima in cima alla Rainier Mesa, situata al centro del Nevada Nuclear Testing Site della Commissione per l'energia atomica: per la prima volta da tre anni a questa parte, gli Stati Uniti avevano fatto esplodere una bomba atomica.
Io rappresentavo l'avverarsi del sogno di ogni progressista. Il mio compito era individuare un metodo per localizzare l'epicentro di esplosioni nucleari sotterranee. [omissis]
Dato che lavoravo per contribuire a rendere possibile un efficace trattato per il disarmo, mi sentivo moralmente giustificato a prendere parte all'eccitazione -e ce n'era in giro molta- sulla scena dell'esperimento. In questa professione facciamo riferimento di rado all'arma come a una "bomba" o allo scoppio come a "un'esplosione". L'arma è un "ordigno" e lo scoppio un "evento". [omissis]
Quattro scienziati, fra cui io, dovevano accedere al terreno subito dopo l'evento; perciò quella notte dormii sulla mesa, insieme con tre addetti al controllo delle radiazioni. La preoccupazione per il potenziale pericolo non aveva neppure sfiorato. I fisici incaricati di valutare la quantità di energia sprigionata dall'evento sostenevano di essere disposti a restare in piedi sull'epicentro e che per assorbire l'impatto si sarebbero limitati a pieg
are le ginocchia. [omissis]
In quel momento, affiancato agli altri due camioncini, ero seduto sul tetto della cabina e scrutavo l'epicentro dell'esplosione, al di là di due chilometri di sterpaglia. Cinque secondi prima della detonazione, alcune telecamere ad alta velocità montate su cavalletti cominciarono a ronzare. Avrebbero creato un documento visivo del movimento del terreno. Quattro flash scattarono, segnando sulla pellicola il momento della detonazione. Dapprima parve che fosse tutto lì, perché a parte il ronzio delle telecamere il deserto era silenzioso.
Poi arrivò.

Immagino che le sensazioni confuse di meraviglia e timore reverenziale che provammo siano affini a quelle di chi vede l'oceano ritirarsi prima dell'arrivo di un'ondata di marea. Il mio camioncino e quelli vicini cominciarono a rollare come se fossero in mare. Un'esplosione a duemila metri di distanza da noi e centinaia di metri di profondità aveva
trasformato la mesa in un piatto di gelatina tremolante. La parete della mesa si sbriciolò precipitando nella pianura alluvionale sottostante, un millennio di erosione in un istante solo, una sorta di piega temporale, nel gergo dei fisici relativistici. La strada di accesso, l'unica via d'uscita che conoscevamo, era scomparsa. Ci aggrappammo alle fiancate dei camioncini.
Un cervo, grigio di polvere e macilento, con le piccole corna spezzate, sbucò dai cespugli sul piatto affioramento roccioso che avevamo rivendicato come base e si fermò per un attimo; lo seguì una giovane femmina. Lessi il terrore nello sguardo fisso dei due animali, mentre sfrecciavano oltre, scomparendo fra la vegetazione bassa.
Qualcosa non era andato secondo i piani. Alcuni grammi di uranio dovevano essere stati convertiti in uno sprazzo improvviso di energia incredibilmente calda, la E della famosa formula di Einstein: E=mc2. Si era calcolato che la quantità di energia sprigionata avrebbe prodotto un'esplosione contenuta entro la massa della mesa, ma evidentemente c'era stato un errore. Lo scoppio aveva fatto crollare la parete anteriore della mesa, e
ormai ci trovavamo al centro di un terremoto scatenato dall'uomo. Niente di tutto ciò era stato previsto o, se lo era stato, noi non ne sapevamo niente. [omissis]
Dapprima nessuno di noi parlò, poi parlammo tutti nello stesso momento.
- Quei tizi dicevano di essere disposti a starsene sopra l'epicentro e piegare le ginocchia. Altro che le ginocchia, gli avrebbero piegato!
- Mi servono dei rilevamenti subito dopo l'ora zero. Possiamo avvicinarci con il camioncino?
- Ma ci avevano garantito che i gas non sarebbero filtrati.
- La procedura richiede una verifica delle radiazioni.
Due addetti al controllo, protetti da tute bianche, si diressero verso l'epicentro lungo una pista segnata da due solchi, con i contatori Geiser pronti. Venti minuti dopo erano di ritorno, ticchettando. I contatori Geiger, ricoperti di polvere radioattiva, erano fuori uso. Erano stati resi inservibili dalla loro stessa radioattività. Il terzo addetto e uno dei primi due si diressero di nuovo verso l'epicentro. Tornarono dieci minuti dopo. I risultati eran
o gli stessi: ormai era evidente che una nube o un fronte radioattivo stava avanzando verso di noi, anche se non si avvertiva alcuna brezza. Non soltanto la forza dello scoppio aveva cancellato la faccia della mesa, ma aveva anche aperto delle fenditure nella sommità, che lasciavano uscire nell'atmosfera i gas radioattivi. [omissis]
A noi piace pensare che l'uomo possa controllare la bomba. Può darsi... ma in quel momento era la bomba a controllare noi. [omissis]

[Una volta rientrato al motel di Las Vegas]
(...) fui chiamato al telefono:
- Sono il maggiore.
- Sì, signore. Che giornata eh?
- La prego di non commentare gli eventi di oggi con nessuno, finché non ci saremo incontrati e lei saprà quello che è stato classificato.
- Sì, signore.

- Buona serata.
Con quella conversazione, ebbi la mia prima immersione personale nella Realpolitik della corsa agli armamenti.
Il telegiornale della sera e i quotidiani del giorno dopo parlarono dell'esperimento: come previsto, non c'era stata nessuna emissione di radioattività, nessun pericolo per la popolazione. Sarebbe dovuto passare un decennio prima che lo scadere della classificazione rivelasse che tutti gli esperimenti emanavano radiazioni nell'atmosfera."


Gerald L. Schroeder (fisico): "Genesi e big bang", Marco Tropea Editore, 1999, pagg. 9-15.

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Tante domande, qualche risposta.

Gerald Shroeder dà in un colpo solo una risposta a molte domande.
I test atomici sono pericolosi?
I media ci raccontano la verità?
Come è possibile che un segreto possa durare anni, con tutte le persone coinvolte, di cui molte nemmeno militari?
Le risposte sono tutte lì, insieme a molte altre.

La potenza dell'atomo è qualcosa che sfugge alla mente della persona comune, ma in genere si tende a pensare che gli scienziati che maneggiano questo tipo di energie sappiano benissimo cosa stiano facendo e come farlo in tutta sicurezza.
Ma stiamo giocando con qualcosa di molto grosso: un gioco di cui vediamo il tavolo da gioco ma non conosciamo per bene tutte le regole. E talvolta restiamo fregati.

Quante nubi radioattive si sono sprigionate nei decenni sulle ignare popolazioni statunitensi e di tutti gli altri Paesi che hanno fatto test atomici? (La Francia vuol bene ai suoi cittadini... i test li ha fatti su sperdute isolette abitate da "selvaggi primitivi").
Quanta radioattività è stata deliberatamente sparsa nell'acqua degli oceani, nel terreno (fino ad arrivare alle falde acquifere magari), nell'aria?
Quanti terremoti sono stati in realtà causati, o comunque ingigantiti, dai test nucleari?
Quanti test sono stati fatti, esattamente, e dove?
Quanti avvenimenti sono ancora secretati dalla scritta "Classified"?

I saggi governanti "occidentali" ci hanno inculcato, a forza di servizi nei TG e di editoriali su quotidiani e riviste, l'idea che il Terzo Millennio sia caratterizzato da un'eroica battaglia tra le Forze del Bene e le oscure Forze del Male, interpretate rispettivamente (per ora) da USA e suoi alleati ONU, e dagli "Stati canaglia" come Iraq, Corea del Nord, Siria, Iran...
Questi ultimi non hanno diritto a sviluppare programmi nucleari: sono cattivi, ovvio. Gli Stati del Bene invece possono sviluppare programmi nucleari e tenere qualche testata pronta all'uso (anche in territorio italiano, sì sì), perché loro sono buoni e giusti. Ovvio.
Ma siamo sicuri che sia proprio così?
Chi ha il diritto di stabilire quali Paesi sono da includere nella lista nera dei cattivi, e quali invece sono buoni e lottano per la pace e la libertà?
Gli Stati Uniti forse?
L'ONU magari?
...l'ONU?

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ONU, energie positive e nuova era.

Le bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki avevano una potenza pari a 20.000 tonnellate di tritolo, oggi esistono armi nucleari capaci di far impallidire di vergogna quelle due prime e terrificanti atomiche. Si parla di svariati megatoni: un megaton è pari a 1.000.000 di tonnellate di tritolo.
Il numero di vittime dei bombardamenti del 1945 è stimato tra le 100.000 e le 200.000 (in gran parte civili). Oggi esistono bombe capaci di uccidere anche milioni di persone. In una volta sola.
Il sogno di rinascita di una certa signora Alice Bailey, e di tutte le menti malsane che approvano le sue idee.

Ma cosa c'entrano adesso la Bailey e i sogni di rinascita?
Se alla maggior parte (si spera) delle persone il solo pensiero della bomba atomica e delle vite che può spazzare via fa venire il voltastomaco, a certuni invece appare come il sogno agognato per risolvere i mali del mondo e raggiungere finalmente l'età dell'oro in cui i popoli vivranno sulla Terra uniti in pace e in armonia con Madre Natura, senza malattie ne' inquinamento ne' odio ne' file al supermercato. Amen.

La signora Alice A. Bailey (1880-1949), membro della Società Teosofica e prolifica scrittrice, fondò la "Lucis Trust" (ex "Lucifer Trust", nome indicativo), tra le più rispettate organizzazioni non governative dell’ONU.
La sua “Grande Invocazione”, una formula mistica per raggiungere gradi superiori di coscienza, è il mantra della New Age ed è stata ascoltata in molte conferenze ufficiali dell'ONU e durante le cerimonie di apertura del Summit di Rio del 1992.
Il suo pensiero ha ispirato il programma educativo dell'UNESCO, fatto quanto mai sconvolgente se si pensa che la Bailey propugnava questo pensiero:

"La bomba atomica è stata usata solo due volte in modo distruttivo... i suoi usi costruttivi ora sono i seguenti: (a) come precursore di quell'ondata di energia che cambierà il modo di vivere dell'umanità e inaugurerà la nuova era in cui non ci saranno più civiltà e culture ma una sola cultura mondiale e una civilizzazione emergente... (b) come un mezzo nelle mani delle Nazioni Unite per imporre le forme esteriori della pace, e darci così il tempo di insegnare... per agire."

L'atomica come mezzo per scatenare "energie" che porteranno alla "nuova era", non importa quante persone dovranno morire fra atroci sofferenze per questo anelito di una ristretta cerchia di "eletti illuminati".
Un bel sogno, non c'è che dire. Pieno di amore per l'umanità, vero?
Questa umanità che da un lato è una, unita e uguale, e dall'altro è sacrificabile, anzi il sacrificio è un mezzo necessario nel cammino di morte-rinascita che nelle idee di Bailey & Co. acquista connotazioni molto, molto concrete.

E l'atomica?
Con un sillogismo tale da far rivoltare Aristotele nella tomba, l'arma nucleare entra magicamente nel novero dei mezzi come internet o i cacciavite: l'oggetto nasce "neutrale", come tutte le cose costruite dall'uomo, ergo non è malvagio di per sé ma è l'uso che se ne fa ad essere malvagio oppure buono.
Come il coltello, "neutrale" di per sé, che posso usare in modo buono per tagliare la pizza oppure in modo cattivo per sbudellare il mio vicino che mi sta sulle scatole.
La bomba atomica, essendo artefatto umano, non può che essere "candida come la neve": dipende tutto da come l'uomo la usa.

A me sinceramente è sempre sfuggito il fatto che potesse esistere un uso benefico dell'arma più devastante del mondo.
Ho dovuto incontrare sulla mia strada gli scritti della signora Alice per apprendere finalmente il lato "illuminante" della faccenda.
"La bomba atomica è stata usata solo due volte in modo distruttivo... i suoi usi costruttivi ora sono i seguenti"
C'è star male al solo pensiero che qualcuno possa veramente aver formulato queste frasi, ma quando penso che la Bailey ha avuto e ha tuttora uno stuolo di fedelissimi, il voltastomaco si tramuta in ulcera perforante.

Se state pensando che in realtà siano solo tre o quattro disperati a seguire il "pensiero" della signora Alice, o che comunque l'idea bislacca di ammazzare qualche milione (o miliardo, of course) di persone sia un delirio relegato a qualche malsana forma letteraria come l'horror-fantasy, vi invito a leggere con attenzione alcune discussioni presenti nel forum del sito italiano LuogoComune.net, in particolare partendo da queste due che sono le più vicine ai contenuti di questo articolo:

"Nuovo Umanesimo ovvero Culto di Lucifero: la Religione del Nuovo Ordine Mondiale"


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Qualche utile link

VIDEO:


1) "Nuclear Power" (il video presente in apertura d'articolo) - durata min. 5:00
http://www.youtube.com/watch?v=72ToROmnUJE

2) "Nuclear testing" (simile al precedente ma con spezzoni diversi) - durata min. 5:44
http://www.youtube.com/watch?v=WOkdAX4DlIw

3) "Nuclear test" (effetti di esplosioni sotterranee) - durata min. 0:46
http://www.youtube.com/watch?v=H_oop7VxEx4

4) "Atomic bomb test video" (riprese ad alta risoluzione di un test che compare anche in altri video) - durata min. 2:56
http://www.youtube.com/watch?v=9Llhl0oulIM

5) "Nuclear war" (breve video con qualche dato esplicativo) - durata min. 2:52
http://www.youtube.com/watch?v=ayiz2ZQSbhY

6) "A short history in nuclear arms" (montaggio di alcune esplosioni in ordine cronologico) - durata min. 5:30
http://www.youtube.com/watch?v=d9ZnUmUxvWo

7) "Atomic mambo" (i test dal punto di vista dei militari) - durata min. 2:40
http://www.youtube.com/watch?v=FbXgvlvETlA

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LETTURE EDIFICANTI:

1) "Quando scoppiano le bombe"
http://www.ica-net.it/pascal/Guerra e pace/files/quando.htm

2) Cronologia.it: "Anno 1945"
http://www.cronologia.it/storia/a1945i.htm

3) Alcuni scritti di Alice A. Bailey scaricabili dal sito italiano:
http://www.bailey.it

4) "Smarrire una bomba atomica"
http://www.codicenucleare.it/d3.htm

5) "Il missile in giardino: in Italia 90 atomiche USA"
http://www.kelebekler.com/occ/atomiche.htm


A cui suggerisco di allegare i video di queste due puntate della trasmissione Falò (Televisione Svizzera Italiana):

- "L'atomica oltre frontiera" - In una base militare italiana a circa 100 chilometri da Chiasso e dal canton Grigioni, sarebbero custodite, pronte all’uso, non meno di 40 bombe atomiche.

- "Oltre il giardino" - Un poligono militare in Sardegna è sospettato di essere all’origine di un crescente numero di tumori, malformazioni e leucemie nei villaggi attorno alla base.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

le bombe tipo quella del giappone ma evoluta in italia son quaranta

Anonimo ha detto...

e poi un nostro sindaco e non dico nomi a fatto un contratto con l'usa che li tengono segretamente le bombe atomice

Gaia ha detto...

Ciao Sabrysabri
mi pare anche più di 40 in Italia: se non erro, c'è una quarantina di bombe nella sola base di Aviano.

L'Italia ha stipulato un accordo segreto con gli USA parecchi anni fa ma non possiamo sapere, a tutt'oggi, cosa contiene. Non è difficile però immaginarlo..

Anonimo ha detto...

A proposito del poligono in Sardegna. So che quanto sto per dire scatenerà l'odio di molti di voi.
Ho personalmente sparato in quel poligono essendo un ex militare.
Esiste un posto in quel poligono (meraviglioso tra l'altro, spiagge bianche e basse e un mare da urlo) chiamato "La penisola interdetta". Ci dissero che lassù è vietato andare. Che gli americani ci hanno sparato di tutto. Mai atomiche a loro dire anche se hanno ammesso l'uso dell'uranio impoverito. (Se qualcuno ha dubbi in merito sarò lieto di delucidarvi). Personalmente ho sparato lassu con proiettili (da carro armato) al fosforo bianco. Quello è il posto più maledettamente inquinato di tutto il Tirreno, testimonianze di pescatori locali che hanno "osato" avventurarsi in quelle acque, parlano di gravi malformazioni nel pesce.

Gaia ha detto...

Più che odio questo genere di informazioni mi induce tristezza, per quella splendida terra martoriata e le popolazioni locali che devono fare i conti con malattie devastanti, nell'omertà di media e istituzioni.
Lo stato ci vuole bene e lavora per noi. Già.
Fin quando ancora riusciremo a coprire i nostri aguzzini, rifiutandoci di prendere coscienza delle mistificazioni e delle favole che ci raccontano per tenere in piedi il sistema di potere?

Anonimo ha detto...

Gaia hai ragione, a volte mi sento in colpa per aver contribuito in parte a quello scempio. Certo che almeno essendo stato "dentro" queste cose, ora le capisco molto meglio. Ed è per questo motivo che appena posso denuncio la cosa (tra l'altro su alcune cose ci hanno detto di NON DIRE in giro i fatti dell'esercito, che i "civili" non capirebbero). Facevo parte di quel mondo, e meno male che ora ne sono fuori. Ma ecco questa è la realtà dietro le mura di una caserma.

Gaia ha detto...

Certamente vedere le cose 'da dentro' porta a una conoscenza non paragonabile a quella che si può ottenere stando fuori. Il discorso del "Non potrebbero capire" è un ritornello usato da chiunque sia in qualunque posizione di potere. Ne avevo accennato nel post "Il popolo è minorenne".
Sarebbe ora che il cosiddetto popolo smetta di credere di esserlo davvero.

Anonimo ha detto...

Si Gaia, ho letto quel post. E ho pensato proprio a le parole che mi dicevano in caserma quando l'ho letto. Se non l'hai mai visto, ti invito a vedere il film Jarhead. Parla della guerra in Kuwait, ed è tratto dalle memorie di un reduce. Tra l'altro c'è un passaggio sulla famosa pillola che i soldati erano tenuti ad assumere. Da ex ti posso dire che è molto vicino alla realtà di quello che succede tra militari. Potrebbe essere illuminante per certi versi.

Gaia ha detto...

Ciao Fabio, grazie della segnalazione, non conosco quel film ma lo cercherò senz'altro.
Mi ricorda un po' anche "The manchurian candidate" (per lo meno il remake, l'originale in b/n non l'ho visto).

buoni giorni
Gaia