“La strage dei genetisti. I retroscena della guerra nucleare, chimica, batteriologica”
Maurizio Blondet
Effedieffe, 2004
Pagg. 127
Poco più di una centinaio di pagine che si leggono d’un fiato, ricchissime di informazioni, dati e riferimenti a personaggi, eventi, gruppi.
Blondet delinea la cronistoria di una vera e propria strage, iniziata all’indomani dell’11 settembre 2001 e perpetrata ai danni di scienziati di tutto il mondo. Nel giro di pochi mesi, una ventina di virologi, genetisti e biologi sono morti in circostanze sospette. Diversi sono stati trovati “suicidati” (e in Italia questo termine virgolettato ha un significato ben preciso).
Blondet ricostruisce uno scenario raccapricciante, in cui il potere militare è alla caccia dell’arma assoluta, quella genetica, e per riuscirci non si fa scrupolo di comprare o ammazzare i migliori scienziati del mondo.
Sommario:
E il nome della stella è Assenzio
Vladimir Pasechnik
Novembre nero
L’antrace
Kelly e l’antrace
Quel missile vagante
Sicari all’opera
L’orribile progresso
La SARS è un’arma?
Cosa cerca Israele?
L’inevitabile è già qui
Terrore di Stato
La cronologia di Ruppert
Scienza contro civiltà
Mobilitazione totale
Così parlò Kelly
1 commento:
Scettico
Visito più di qualche volta il sito di Maurizio Blondet sempre dovizioso di argomenti interessanti e quasi sempre provocatori. Capisco che una persona debba cercare di vivere con i proventi del suo lavoro, ma gli espedienti di cui si vale Blondet per attizzare la curiosità del potenziale lettore sempre sistematicamente frustrata con un perentorio "riservato all'abbonato", mi ispirano una definizione non so se impertinente o meno per classificare il Sito di Blondet : "La fiaccola sotto il moggio". E questo pensiero mi induce nella tentazione di sospettare che gli argomenti altamente provocatori non sian tutti oro colato ma confezionati con ricette un po' manipolate e congegnate proprio ad hoc: far apparir più gustosa la pietanza per guadagnarsi la indispensabile pagnotta anche con mezzi acrobatici. Il Cristo condannava chi tiene la fiaccola sotto il moggio e faceva bene.
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