Benvenuti in NWO Blog.

Questo blog vuole offrire informazioni sul tema del Nuovo Ordine Mondiale (o NWO: "New World Order").
I mass-media non parlano di questo genere di storie e notizie, ma sono tutte documentate e verificabili.
Il Nuovo Ordine Mondiale sta per arrivare, non permettiamogli di farlo.
Questo blog aderisce alla campagna di sensibilizzazione sul tema delle scie chimiche.

18 giugno 2013

Come funzionano i servizi segreti

Breve ma istruttiva intervista di Maurizio Decollanz ad Aldo Giannuli. Una decina di minuti ben spesi.



Aldo Giannuli: "Come funzionano i servizi segreti". Ponte alle Grazie, 2009. Pagg. 391.
http://www.aldogiannuli.it/i-miei-libri/come-funzionano-i-servizi-segreti/

19 febbraio 2013

I mostri

Italia, 1963.


Da "I mostri", di Dino Risi.

17 febbraio 2013

La vita è da un'altra parte

Caldo, una strada polverosa, un’enorme massa di persone che cammina a testa bassa tenendo sempre lo sguardo per terra.
Seguono quelli che stanno davanti, agghindati con colori sgargianti. Questi, a tratti, gridano parole incomprensibili ma che sembrano tranquillizzare gli altri quando il vocìo della massa si fa più intenso.

Talvolta qualcuno alza gli occhi dalla strada e guarda avanti.
E vede.
Vede la strada su cui camminano che prosegue dritta e polverosa verso un orizzonte piatto, immersa in un paesaggio vuoto, fatto solo di terra arsa dal sole e spaccata dall’aridità.

Poi volge la testa verso altre direzioni.
A un tratto scorge lontano un profilo rigoglioso di alberi verdi e acque azzurre.
Allora, con l’orrore negli occhi, capisce.

Si gira speranzoso verso i suoi compagni e li invita ad alzare lo sguardo, a guardare oltre i granelli che si presentano via via nei loro sandali e li fanno tribolare.
Gli amici lo guardano di sottecchi senza alzare la testa da terra, stupefatti. “Ma cosa dici? Questa è l’unica strada possibile. Chi ci guida sa cosa fare, conosce la direzione”.
“E’ una direzione di vuoto e di morte”, ribatte allora.
“Cosa vuoi saperne tu? Sei un disfattista, un nichilista” e intanto pensano a chiamare l’addetto alle terapie psichiatriche.
Lui non demorde: “La vita è da un’altra parte! Alzate gli occhi, guardatela!”

Gli altri scuotono la testa e continuano a guardare i granelli di polvere che ad ogni passo s’infilano nei sandali. Continuano a discutere fra loro su quali granelli siano più dolorosi da sopportare, se quelli giallicci o quelli brunastri, qualcuno dice che i granelli ci saranno sempre, è così. Andiamo avanti. Questa è la strada.

E allora gli occhi si velano di una tristezza infinita.


13 gennaio 2013

I droni killer del Nobel per la Pace

Segnalo un recente articolo di Piero Cammerinesi, giornalista e corrispondente dagli USA per Coscienzeinrete Magazine.


di Piero Cammerinesi


Che a volte si possano incontrare opinioni veritiere sugli accadimenti contemporanei sulla stampa cosiddetta alternativa è abbastanza verosimile, ma che qualcosa che assomigli alla verità possa arrivare nelle nostre case uncensored e magari in prima serata, credetemi, è davvero raro.

Eppure, incredibile ma vero, di tanto in tanto qualche sussulto d’intelligenza riesce a farsi largo tra le menzogne sistematiche del mainstream media.

In particolare qui negli USA, dove i punti di vista realmente critici nei confronti dell’establishment vengono sistematicamente tenuti a distanza dai mass media e bollati come ‘minacce alla sicurezza nazionale’ o, come minimo, ‘antipatriottici’.

Per questo motivo sono rimasto piuttosto sorpreso nel sentire l’altro ieri la popolare conduttrice Rachel Maddow nel suo show del giovedì su MSNBC esprimersi molto criticamente nei confronti dei droni-killer che hanno avuto dal presidente la ‘licenza di uccidere’ qualsiasi persona – cittadini americani compresi – in qualsiasi parte del mondo.

Dubbi sulla legalità di questo sistema di killeraggio istituzionalizzato erano già stati sollevati nel novembre scorso sul New York Times da parte della direttrice di Amnesty International USA. Suzanne Nossel rilevava, infatti, come nel corso della prima amministrazione Obama si fosse manifestata una posizione sempre più permissiva nei confronti degli omicidi a distanza – condotti con aerei senza pilota – dove la presunzione d’innocenza, caratteristica del sistema giudiziario americano, era stata sostituita tout court dalla presunzione di colpevolezza.

Non solo; quest’argomento, che è evidentemente off-limits per la stampa a stelle e strisce, è stato ripreso anche dall’alto commissario ONU per i diritti umani, Navi Pillay, che ha affermato che gli attacchi con i droni “provocano uccisioni indiscriminate di civili e costituiscono una violazione dei diritti umani”.

Tutte accuse rimandate al mittente da Obama, che candidamente ha assicurato che gli attacchi con i droni “non provocano grosse perdite civili in quanto vengono tenuti sotto strettissimo controllo”.

Così i droni continuano quotidianamente a colpire – guidati da un militare comodamente seduto alla sua postazione in New Mexico o in Nevada – su tutti i quadranti dello scacchiere mondiale: in Afganistan, Pakistan, Yemen, Somalia e Filippine, uccidendo senza distinzione famiglie intere e vicini di casa dei bersagli designati. Ma si sa, sul monitor non si vedono bambini e donne macellati dai missili lanciati dai Predator.

In realtà fonti dell’amministrazione USA hanno ammesso con la stampa che – essendo i droni comandati a distanza e non potendo verificare da vicino certe situazioni – gli attacchi degli aerei senza pilota colpiscono anche degli innocenti che, ad esempio, vengono ‘travestiti’ da combattenti dai ribelli delle aree tribali pakistane proprio per sviare gli attacchi dei droni su bersagli creati ad arte.

Ma si sa, quelli sono ‘collateral damages’…

Anche la Pillay considera queste azioni di killeraggio ‘mirato’ come una palese infrazione al diritto internazionale, dato che “sono al di fuori di qualsiasi meccanismo di controllo civile o militare”. Soprattutto perché se il criterio di ‘uccisione a distanza’ può essere formalmente ed eticamente giustificabile in aree di guerra, riesce molto difficile estenderlo ad aree dove guerra non c’è.

Nel 2010 vi sono stati 122 attacchi di droni in Pakistan, 7 solo nei primi dieci giorni del 2013 e, come è noto, gli USA non sono in guerra con il Pakistan.

Ma a questo problema, diciamo così, formale, si è rimediato con il richiamo alla famosa strategia del ‘War on terror’ vale a dire della guerra al terrorismo.
Globale, dunque indipendente da territori o da Stati con i quali, evidentemente, non si è in guerra.

Torniamo ora alla Rachel Maddow; nella sua trasmissione la giornalista rileva il fatto che tutti sanno degli attacchi ma che le fonti istituzionali - quando vengono richieste dalla stampa di un commento ufficiale - ne parlano sempre con la formula “viene riportato questo o quell’attacco”, come se fossero altri a ordinarli.

Ora, dice la nostra anchorwoman, ciò rappresenta un contrasto abissale con le regole basilari della democrazia, e, rincarando la dose, aggiunge che il fatto che pur essendo risaputo che queste cose avvengono e che ciò nonostante il governo le possa negare “costituisce quanto di più orwelliano sia costretto a vivere il cittadino americano nel XXI secolo”.

Il governo americano non ha, infatti, a tutt’oggi ammesso pubblicamente l’esistenza di queste missioni killer; è il segreto di Pulcinella, tutti ne parlano ma non troverete una dichiarazione governativa che si assuma la responsabilità di tali missioni.

Ebbene, chi è l’architetto di questa ‘morte dal cielo’ che continua a seminare dolore e distruzione in giro per il mondo? Chi è la persona che riferisce direttamente al presidente e che per primo ha sostenuto che questo sistema di uccisioni a distanza è “saggio e legale”?

Udite, udite, è John Brennan, fresco di nomina a capo della CIA!

Il 30 aprile dello scorso anno Brennan affermava:
“Non c'è alcun diritto internazionale che vieta l'uso di aerei telecomandati a tale scopo [di ‘terminare’ terroristi o presunti tali] o che ci vieta di usare la forza letale contro i nostri nemici al di fuori di un vero e proprio campo di battaglia, quantomeno quando il paese interessato acconsente o non è in grado o non vuole prendere posizione contro la minaccia”.

Ora, se è vero che Obama intende togliere alla CIA la responsabilità di questa guerra di sicari volanti, trasferendola direttamente all’esercito, quindi facendo compiere alla stessa un’escalation verso una sua aperta visibilità, come mai Brennan è stato nominato capo della CIA?

Elementare, Watson! Obama aveva bisogno di una CIA che accettasse di ‘perdere’ il giocattolo.

E con John Brennan il gioco è fatto!

Nei piani di questo presidente – di gran lunga il più aggressivo di ogni altro prima di lui – c’è dunque la volontà di portare il killeraggio dei droni su un piano diverso, non più di ‘covert-operation’ ma di aperte operazioni di guerra, con tutte le conseguenze strategiche e politiche del caso.

E, guarda caso, il Pentagono ha investito ben 32 miliardi di dollari per incrementare del 30% la sua flotta di 7500 droni; un altro regalo del nostro premio Nobel per la pace alle corporation delle armi!

Quello però che la nostra simpatica giornalista non dice – se lo facesse dovrebbe iniziare da subito a cercarsi un nuovo lavoro - è che tutto ciò sembra preludere ad uno scenario ben più drammaticamente orwelliano del semplice ‘si fa ma non si dice’, che potrebbe realizzarsi in un futuro prossimo anche all’interno dei confini degli Stati Uniti.

Dopo averli già usati per il pattugliamento del confine con il Messico, la recente approvazione da parte del Congresso di una legge che autorizza l’impiego di decine di migliaia di droni entro il 2020 - non solo all’estero ma entro i confini nazionali - con funzioni di prevenzione del crimine e di repressione, prefigura, infatti, un futuro da ‘Anno 1984’.bbe realizzarsi in un futuro prossimo anche all’interno dei confini degli Stati Uniti.

Scenari di questo genere rendono allora sempre più verosimile l’ipotesi – niente affatto peregrina – secondo cui il ‘War on terror’ sia solo la prima fase di un piano che tende a controllare e reprimere qualsiasi dissenso e ribellione a livello globale, fuori e dentro i confini USA.

Fonte

05 gennaio 2013

Iniziativa per il contante libero

Leggo e ripropongo un recente articolo di Francesco Simoncelli a sostegno dell'iniziativa "Contante Libero", a cui anche questo blog aderisce.

Alcuni stralci dall'articolo:

Freedonia per il Contante Libero


Dopo che la Gabanelli ha lanciato per prima questa caccia alle streghe, si rincorrono ancora voci che vogliono un divieto dell'uso del contante.
Mario Monti, durante il suo governo tecnico, dopo solo un mese di attività ha ridotto le trandazioni monetarie in contanti da €2,500 a €1,000. Subito dopo anche la Spagna ha seguito questa linea di politica. Neanche la Grecia non si è lasciata scappare questo treno; e così via, in tutto il mondo si sta agendo per bandire l'uso del contante.

Benjamin Franklin viene spesso ricordato per questa frase: "Chi sacrifica la libertà in nome della sicurezza, non merita libertà né sicurezza."
E' quello che sta accadendo con questa fantomatica lotta al contante in nome di una presunta "sicurezza superiore." Quale sicurezza? La Svezia, nazione arci-nota per aver iniziato da tempo questa "guerra," sostiene che sia per il bene dell'ambiente. Almeno secondo Peter Borsos, portavoce della Swedbank (una delle banche più importanti del paese Scandinavo), che punta il dito contro il livello di anidride carbonica emessa nell'aria per il semplice trasporto di 700 tonnellate di denaro. Non solo, secondo lui il contante alimenta anche i furti.

Come queste scuse puerili possano risolvere il malanno della riserva frazionaria non è dato saperlo, però...

Il controllo si insinua subdolamente e con affermazioni all'apparenza plausibili. Il bluff si consuma tutto sul fatto che coloro che verranno gabbati non controlloreanno.
Nel campo monetario, poi, la situazione acquista una valenza assolutamente pericolosa: tutte le transazioni possono essere registrate in un database centrale, poi un analista governativo può catalogarle ed analizzarle ed individuare non solo le entrate di determinate persone ma anche, per esempio, preferenze politiche, acquisti, appartenza a certi gruppi, ecc. Basta un click e vengono congelati carte e conti correnti. Basta un click ed una persona viene mandata sul lastrico. Lo stato, purtroppo, ha tutte le "armi" per rivalersi sui cosiddetti "evasori", e le utilizza; ma guarda sempre e solo al lato delle entrate. Di ridurre le spese manco a pensarci.

[...]
Qualsiasi lotta intraprenda lo stato non la fa per il benessere della popolazione, ma per apporvi più controllo. E' il segnale che la situazione gli sta sfuggendo di mano. Lo stesso vale per il contante.

[...]
Diffidate, quindi, dai deliri dei megafoni dei pianificatori centrali, e date un'occhiata a questa iniziativa che sta prendendo corpo nella blogosfera.
Freedonia (insieme ad altri blog) aderisce all'iniziativa e vi invita a sottoscrivere la petizione nonché a leggere il relativo manifesto.

Se vi sentite impotenti, allora ricordate le parole del Dalai Lama:
"Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara."


ContanteLibero.it

11 dicembre 2012

Il gioco democratico

Altra bella conferenza di Solange Manfredi, giurista e coautrice del blog di Paolo Franceschetti.

"Il gioco democratico"
Roma, 18 gennaio 2011 


Parte 1




Parte 2




Parte 3

05 dicembre 2012

Geoingegneria

Segnalo un articolo del blog La teoria del complotto sul tema della geoingegneria: dopo una introduzione a cura dell'autore del blog, vengono presentati stralci dalla tesi di laurea di Alessio Brancaccio: "La Geoingegneria, nuovi metodi artificiali per contrastare il riscaldamento globale".

"Geoingegneria - studio di fattibilità"
http://www.lateoriadelcomplotto.com/2012/10/la-teoria-del-complotto-geoingegneria.html

Per chi volesse, ho messo a disposizione l'articolo e la tesi su Scribd, come pdf:
- Articolo di Nyko per Lateoriadelcomplotto.com
- Tesi di Alessio Brancaccio


11 settembre 2012

11 settembre, 11 anni dopo

Che altro dire? 11 anni di menzogne e un mondo che ha accettato supinamente di cadere nel baratro della paura.

Cinque minuti di sferzante ironia, per non dimenticare.




[LINK]

08 settembre 2012

Be inspired


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27 giugno 2012

Dante 01

Il mio precedente post sui film di fantascienza ha raccolto qualche commento perplesso, come se il cinema non avesse alcun legame con la realtà che qui trattiamo, o se nei film non fosse spesso rappresentato ciò che non si può comunicare in altro modo. Come se il cinema non fosse veicolo di messaggi.
La fantascienza è genere d’elezione per poter raffigurare, in una cornice ambientata nel futuro, la realtà presente o prossima ventura.
Ecco perché ritengo che una visione critica di alcuni film di SF possa aiutarci a leggere la realtà, talvolta molto meglio di quanto non possiamo fare tramite la lettura attenta dei giornali e delle notizie.

Ho di recente visto il film “Dante 01”, prodotto nel 2008 dal regista francese Marc Caro.
Rimando a wikipedia per la trama (in italiano gran poca cosa, in inglese già meglio).
Questo film mi ha colpito e mi ha lasciato un senso indefinibile, come se i richiami a simboli e mitologie, addirittura ridondanti, fossero un mezzo per comunicare qualcosa di non trasmissibile “in chiaro”. Oppure no.

Chiamatemi pure dietrologa e fatemi pure notare che leggo troppo il Franceschetti. E’ una sensazione, e chiedo aiuto ai miei lettori per capire se questa sensazione possa avere un qualche fondamento.

"Dante 01" è il nome di una stazione spaziale che funge da carcere di massima sicurezza e laboratorio sperimentale, orbitante attorno al pianeta Dante, un globo infernale e inabitabile.
 Dante 01 ospita due medici, due guardie e sei detenuti, criminali psichiatrici che hanno accettato di diventare cavie per sperimentazioni genetiche, evitando così la pena di morte.

I detenuti hanno nomi evocativi: Cesare, Lazzaro, Moloch, Buddha, Rasputin, Attila. I due medici non sono da meno: Persefone e Caronte, il capo della stazione orbitante.
Curioso che il regista si chiami Caro... come Caron, appunto Caronte, il traghettatore di anime della mitologia greca e latina, che ritroviamo puntualmente nella Divina Commedia di Dante.

A scombussolare la già movimentata vita della stazione-carcere, giungono Elisa, ricercatrice, e San Giorgio, un uomo dal passato misterioso così soprannominato per il tatuaggio che porta impresso su un braccio.
San Giorgio che sconfigge il drago.

Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago:
se abbraccerete la fede in Cristo,
riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro.
(San Giorgio - Jacopo da Varazze, “Legenda Aurea”)

Molte scene e molti rimandi mi fanno pensare che non sia soltanto, come descritto in questa bella recensione di Enrico Azzano, una rappresentazione di ciò che ci aspetta: la disumanizzazione come conseguenza della cieca fiducia nella tecnologia.
Ma come scrivevo, è una sensazione sfuggente e non ho messo a fuoco il bandolo della matassa.

Se qualcuno avesse spunti a riguardo e volesse condividere la sua visione lo ringrazio fin da ora.
In ogni caso consiglio senz’altro di visionare questo film.


-- Intervista al regista Marc Caro --

21 giugno 2012

Global War e guerra di tutti contro tutti

Pubblico un articolo propostomi dal giornalista Piero Cammerinesi. Sebbene non mi senta totalmente in linea con quanto scrive, lo pubblico volentieri perché ritengo contenga molti spunti interessanti per i lettori del blog.
Buona lettura :)



GLOBAL WAR E GUERRA DI TUTTI CONTRO TUTTI: DOVE STIAMO ANDANDO?

di Piero Cammerinesi (corrispondente di Coscienzeinrete Magazine dagli USA)


“La guerra non è fatta per essere vinta, ma per essere continua. Allorché la guerra diventa letteralmente ininterrotta, cessa nel contempo di essere pericolosa”.
(George Orwell, 1984)


Quello che le ėlite stanno cercando di trasmettere alle popolazioni mondiali attraverso la falsificazione del linguaggio – la guerra umanitaria, la missione di pace, l’esportazione della democrazia, lo scontro di civiltà etc. – è il concetto che “la guerra è qualcosa di assolutamente normale”.

L’effetto del rifiuto della guerra come metodo per risolvere i problemi tra i popoli - prodotto per lungo tempo sugli uomini dalle carneficine dei due conflitti mondiali - dopo quasi settant’anni si è affievolito e oggi si torna a propagandare la guerra, anche se ‘travestita’ di pacifismo o di ristabilimento della giustizia sociale.

In realtà quanto sta avvenendo oggi è una globalizzazione della guerra, studiata a tavolino e promossa proprio da quegli stati che sono – a parole - i più attivi difensori delle leggi internazionali e dei diritti democratici.

Le motivazioni per le minacce di guerra e per le aggressioni vere e proprie sono le più varie e vanno dalla guerra contro il ‘terrorismo islamico’ (Afghanistan) a quella condotta per proteggere il mondo da – inesistenti - ‘armi di distruzioni di massa’ (Iraq ieri e Iran oggi), da quella per difendere i ‘diritti umani’ (Libia ieri e oggi Siria) ai veri e propri ‘interventi umanitari’ (Somalia), fino alla sbandierata protezione di piccoli Stati dall’influenza di Russia e Cina.

In prima fila per far assimilare ai popoli le scelte dissennate dei governi e le esigenze fameliche delle lobby militari sono i media occidentali, ormai impegnati strenuamente a difendere l’indifendibile, a razionalizzare l’irrazionale e a giustificare l’ingiustificabile, proprio come il Ministero della Verità di Orwelliana memoria[1].

L’idea della Global War o globalizzazione della guerra ha in qualche modo caratterizzato tutta la dottrina militare USA all’indomani della II Guerra mondiale e venne delineata negli anni ’40 dalla amministrazione Truman, nel quadro generale di un progetto di dominazione globale a fronte dell’insorgere del confronto con i sovietici.

In realtà già nei decenni precedenti erano sorte organizzazioni più o meno segrete come la Round Table o la Society of the Elect, fondata in Inghilterra da Cecil Rhodes e Lord Nathan Rothschild, e il Council on Foreign Relations, creato negli USA all’indomani della I Guerra mondiale dal Colonnello Edward M. House, con i finanziamenti di Morgan e Rockefeller.

Ricordiamo che Edward M.House era l’eminenza grigia dietro Woodrow Wilson e la ‘sua’ Società delle Nazioni.

Tutte queste organizzazioni miravano a una sola cosa: la nascita di un potere globale incontrastato sotto la guida anglo-americana.

Per quanto riguarda gli USA, dagli anni ’30 e ’40 del secolo scorso si è assistito ad un costante declino dei poteri del Congresso, considerato dai Padri della Costituzione uno strumento politico essenziale per la difesa della libertà e della democrazia. Ma l’erosione dei suoi poteri sembra inarrestabile sia per mano repubblicana che democratica.

“La costituzione degli Stati Uniti è stata messa da parte con il pretesto della paura. Prima paura della grande depressione e successivamente del terrorismo islamico. Gli Stati Uniti sono la Costituzione. Se la Costituzione cessa di esistere come un documento legale che viene rispettato realmente dalle élite politiche, gli Stati Uniti cessano di esistere. Vuol dire che un’altra entità ha preso il loro posto[2]”.

Da allora non solo nulla è cambiato, ma la situazione è andata via via peggiorando, tanto che - per arrivare ai nostri giorni - nel settembre del 1990, George Bush padre fece, a Camere riunite, uno storico discorso alla Nazione[3], nel corso del quale di fatto proclamò un Nuovo Ordine Mondiale emergente dal disfacimento dell’Unione sovietica e dall’abbattimento del muro di Berlino.

In questo discorso Bush preannunciò con grande enfasi un mondo libero dal confronto, potenzialmente disastroso, tra le due superpotenze dotate di bombe atomiche a favore di une “pacifica cooperazione internazionale” nella quale “le nazioni del mondo, est ed ovest, nord e sud, possano prosperare e vivere in armonia”[4].

Belle parole e fantastiche prospettive, come non essere d’accordo?

Il problema è che proprio quel concetto di “pacifica cooperazione internazionale” servì a giustificare la Guerra del Golfo, ufficialmente intesa a difendere la sovranità del Kuwait e ad assicurare il rispetto della “legalità internazionale”.

Ben lontani da una “nuova era più sicura alla ricerca della pace” da quel momento siamo entrati in realtà in un’epoca di guerra perenne, proprio come descritta in 1984 di Orwell, dominata da conflitti continui, insicurezza, paura, controllo costante da parte delle autorità, censura mascherata e manipolazione dell’opinione pubblica.

La strategia vera e propria della ‘guerra senza fine’ nasce un paio di anni dopo, nel 1992, con il Defense Planning Guidance (Linee-guida di Difesa nazionale).

Il New York Times, venuto a conoscenza del piano, scrisse: “In un nuovo vasto progetto politico che sta per essere varato, il Dipartimento alla Difesa stabilisce che la missione politica e militare dell’America nell’era post-guerra fredda sarà quella di far sì che non possano emergere superpotenze rivali in Europa Occidentale, Asia o nei territori della ex-Unione Sovietica. I documenti segreti mostrano lo scenario di un mondo dominato da un’unica superpotenza la cui posizione predominante può venire garantita da un comportamento studiato all’uopo e da una adeguata forza militare, in modo da scoraggiare qualsiasi Nazione o gruppo di Nazioni a sfidare la supremazia americana”.

La personalità più rappresentativa dietro questo piano fu Paul Wolfowitz, che sarà nominato più tardi da Bush Segretario alla Difesa e che coprì anche la carica di Presidente della Banca Mondiale.

La centrale e orientale accordi di sicurezza analoghi a quelli sottoscritti con Arabia Saudita, Kuwait e altri stati nel golfo Persico[5]”.

Nel 1993, allorché Clinton prende il posto di George Bush senior si costituisce un think tank dei falchi repubblicani che darà vita – pochi anni più tardi – al Project for the New American Century (PNAC), Progetto per il nuovo secolo americano.

Nello spirito di questo progetto il dominio a stelle e strisce deve venir imposto a qualsiasi costo in qualsiasi parte del mondo, il che richiede un crescente incremento delle spese militari onde contrastare minacce come quelle costituite da Iraq, Nord Corea, Iran. “Inoltre, questo processo di trasformazione, anche se porterà a dei mutamenti radicali, sarà qualcosa di lento a meno di eventi catastrofici che lo favoriscano – come una nuova Pearl Harbor[6]”.

Guarda caso, pochi anni dopo, le due Torri offriranno la ghiotta occasione di “una nuova Pearl Harbor”…

Nel 2000 il Pentagono pubblica Joint Vision 2020 un documento che teorizza il progetto denominato Full-spectrum Dominance (Dominio a tutto campo);

“Con Full-spectrum dominance si intende la capacità delle forze USA, da sole o con alleati, di annientare qualsiasi avversario e controllare qualsiasi situazione in ambito di operazioni militari.”

Il Full-spectrum dominance deve estendersi a qualsiasi tipo di conflitto, dalla guerra nucleare su teatri bellici globali fino a eventi di dimensioni limitate. Si riferisce altresì a situazioni atipiche come peacekeeping e aiuti umanitari.

“La creazione di una rete di informazione globale servirà a garantire le condizioni di una maggiore capacità decisionale[7]”.

Il 13 novembre 2001 il presidente George W. Bush firma l’Ordine Militare N.1[8] nel quale conia la definizione “Guerra globale al terrorismo”. E ciò senza informare il suo Consigliere alla sicurezza, né il Segretario di Stato, né il Capo dello staff o il suo responsabile della comunicazione, approvando così una legge che è divenuta tristemente nota come "Military Order of November 13, 2001: Detention, Treatment, and Trial of Certain Non-Citizens in the War Against Terrorism[9]"

Da quel momento le operazioni militari ‘segrete’ del SOCOM (Special Operations Command) - finalizzate al mantenimento di una ‘guerra globale’ - si sono moltiplicate senza limite in ogni parte del mondo.

Il personale del SOCOM è raddoppiato dal 2001 raggiungendo le 66.000 unità, mentre il suo budget è passato da 4,2 miliardi a 10,5 miliardi di dollari. La crescita del JSOC (Joint Special Operations Command) che è una ramificazione del SOCOM, è stata ancora più rilevante, passando dalle 1.800 unità speciali nel 1980 alle oltre 25.000 oggi.

Quanto alle operazioni ‘sotto copertura’ delle forze speciali esse hanno coinvolto, a oggi, oltre 75 Paesi, dalla Repubblica Dominicana al Perù, dalle Filippine allo Yemen, dalla Somalia all’Asia Centrale, dal Libano all’Arabia Saudita, dall’Iran a numerosi Paesi arabi.

Queste forze speciali si sono macchiate sovente di crimini contro l’umanità che sono stati regolarmente ‘coperti’ dalle gerarchie militari e nascosti all’opinione pubblica.

Naturalmente, come è noto, la “Pearl Harbor” dell’11 settembre viene immediatamente utilizzata per mettere in atto la dottrina della Global War che viene per l’occasione ribattezzata War on Terror (Guerra al terrorismo).

Ricordiamo, infine, che nell’agenda del Project for the New American Century (PNAC) - che risale all’anno 2000 - si auspica a chiare lettere di “condurre guerre senza confini” [10].

Il PNAC ha come obiettivo dichiarato quello di “combattere e vincere decisamente conflitti multipli e simultanei nei maggiori teatri bellici mondiali”.

Questo scellerato programma è stato adottato in pieno dall’amministrazione Obama con un team di collaboratori e di esperti molto più efficace di quello del suo predecessore.

A una manciata di minuti dallo scadere del Patriot Act, Obama (premio Nobel per la pace, ricordate?) ha rinnovato, per altri 4 anni, la delirante legge promulgata da George Bush junior all’indomani dell’11 settembre[11].

Contrastata con decisione da pochi parlamentari, tra cui il senatore repubblicano Rand Paul del Kentucky, questa legge - che con l’alibi della Guerra al terrorismo - di fatto consente ogni possibile abuso delle libertà dei cittadini, è un tassello straordinariamente importante per capire come si stanno muovendo i poteri forti negli USA e per intuire quali possibili scenari politico-militari si aprano nel XXI secolo.

E, visto che non tutta l’opinione pubblica è manipolabile, i think tank dell’intelligence USA hanno inoltre felicemente ideato una strategia di maquillage delle parole.

Così è tutto meno inquietante se chiamiamo la guerra ‘intervento umanitario’ e l’attacco lo chiamiamo ‘difesa’, mentre le stragi di civili diventano ‘danni collaterali’…

Ora, se partiamo dal presupposto che per comprendere a fondo quanto accade nel mondo abbiamo bisogno di conquistarci una visione più ampia, come possiamo interpretare questa situazione da un punto di vista spirituale?

Cosa sta accadendo nel nostro mondo sempre più segnato da guerre e da massacri quotidiani con la complicità dei media che amplificano quotidianamente menzogne e odio contro l’altro di turno?

Possiamo ipotizzare che la Global War rappresenti in realtà l’inizio del Bellum omnium contra omnes[12], la guerra di tutti contro tutti?

Molti veggenti parlano di un futuro prossimo della terra sempre più incerto con grandi rischi di precipitare in conflitti distruttivi.

Edgar Cayce, lo Sleeping Prophet, ad esempio descrive – ancora negli anni ’30 del secolo scorso - come il primo decennio del nuovo secolo avrebbe ripercorso la situazione del primo dopoguerra fino al disastro economico del ’29, con un progressivo incremento di conflitti. “Mercati e benessere in calo, economie al collasso, disoccupazione in aumento, confusione politica e tumulti popolari (…) con, negli anni successivi, un numero crescente di persone che si troveranno in serie difficoltà anche rispetto a problemi basilari di sopravvivenza”.[13]

Cayce prevede anche la possibilità di una III Guerra mondiale. Parla letteralmente di guerra originata in “Libia, in Egitto, ad Ankara e in Siria, attraverso conflitti sorti intorno agli stretti delle zone a Nord dell’Australia, nell’Oceano Indiano e nel Golfo Persico[14]

Secondo altri veggenti e profeti del passato si è già superato - nella nostra epoca - il punto critico ‘di non ritorno’ nella discesa verso un materialismo che ha totalmente dimenticato l’origine spirituale dell’uomo. Per essi l’unica possibilità di salvezza da disastri sociali e bellici può provenire solo da un’evoluzione spirituale che consenta di non guardare solo agli eventi materiali cercando la felicità solo nella soddisfazione dei bisogni fisici e istintivi.

Vi ricorda vagamente qualcosa?

Il materialismo della vita attuale, il dominio delle immagini, la finanza sfrenata, l’estrema competizione nel lavoro, la mancanza di solidarietà sociale, l’aggressività degli Stati, sono tutti segnali significativi che contraddistinguono questo momento storico. E i segni ci sono tutti: malattie prodotte dalla dipendenza da computer, crack finanziari a livello globale, lavoro sempre più stressante e meno remunerativo, indifferenza del singolo nei confronti dei propri simili, aggressioni continue tra le nazioni.

Proprio queste caratteristiche della nostra cultura sono in realtà alla base – da un’ottica spirituale - dell’insorgere della guerra globale o, come fu anticipato da Rudolf Steiner un secolo fa, come l’inizio della guerra di tutti contro tutti, una prospettiva fino a ieri confinata nelle pagine delle profezie ancora da realizzarsi, ma che oggi – con le nuove dottrine militari annunciate da Obama – inizia ad assumere dei contorni tanto più definiti quanto inquietanti.

“Esteriormente – dice Steiner nel corso di una conferenza del 23 Novembre 1919, dunque ben 20 anni prima della II Guerra mondiale – l’umanità andrà incontro a grandi conflitti. E per queste terribili guerre di cui siamo solo all’inizio (…) e che portano alle estreme conseguenze gli antichi impulsi dell’evoluzione terrestre, non vi sarà alcuna medicina politica, economica o spirituale proveniente dalla farmacia dell’antica evoluzione. I fermenti che hanno prima portato l’Europa all’inizio della sua distruzione [I Guerra mondiale], che metteranno poi Asia ed America l’una contro l’altra [II Guerra mondiale] e che propagheranno la guerra su tutta la terra [Guerra globale] provengono dai tempi antichi.

Potrà contrastare questo portare-all’assurdo l’evoluzione umana solo ciò che conduce gli uomini sulla via dello spirituale: il Sentiero di Michele, che trova la sua continuazione nella Via del Cristo”[15].

Steiner rileva come la guerra di tutti contro tutti inizi gradualmente con l’abituare gli uomini a distruzioni belliche che si presentano per così dire quasi ritmicamente nella storia umana di cui l’inizio è stato il primo conflitto mondiale.

Abituare gli uomini alla guerra: confrontiamo questo con quanto abbiamo riportato all’inizio con le parole di Orwell e con le nuove strategie USA.

“È una convinzione infantile – così ancora Steiner - che da questa catastrofe bellica [la I Guerra mondiale] possano provenire periodi di pace durevoli per l’umanità sul piano fisico. Non sarà così.”[16].

Sarà solo grazie al nascere dell’altruismo se l’umanità sarà in grado di salvarsi dall’autodistruzione, sostiene Rudolf Steiner, evento inevitabile se si continua a ignorare l’elemento morale.

“Gli uomini si annienteranno in guerre fratricide. E la cosa più avvilente - rispetto ad altri tipi di distruzione sarà che avverrà solo per loro responsabilità”[17]. Solo una manciata di persone sopravviverà e saranno coloro che avranno sviluppato un livello di abnegazione profondo, mentre la restante umanità sarà totalmente dedita a mettere al proprio servizio egoistico – grazie a tecnologie potenti e complesse - le forze della natura, senza aver acquisito il necessario grado di altruismo.

La guerra di tutti contro tutti, che rappresenterà la rovina della nostra epoca, sarà originata proprio da questo sviluppo tecnologico estremo totalmente privo di morale.

“Forze enormi e poderose verranno liberate da scoperte che trasformeranno il mondo intero in una sorta di apparecchiatura elettrica globale funzionante in modo autonomo”[18].

A cosa si riferiva? A Internet, nata come progetto per la difesa USA, che oggi ha di fatto trasformato l’intera comunicazione mondiale in una “apparecchiatura elettrica globale funzionante in modo autonomo”?

Ma se Steiner in molte occasioni colloca la guerra di tutti contro tutti in un futuro non immediato, in un particolare ciclo di conferenze egli afferma espressamente che, se l’umanità non sarà in grado di correggere le visioni del mondo profondamente influenzate e corrotte dal materialismo e dall’edonismo dominante che hanno caratterizzato il XIX ed il XX secolo, “alla fine del secolo XX noi ci troveremo di fronte alla guerra di tutti contro tutti! Gli uomini potranno fare tutti i bei discorsi che vorranno, potranno aver fatto tutti i possibili progressi scientifici, avranno di fronte a sé questa guerra di tutti contro tutti. Assisteremo allo sviluppo di un’umanità che tanto più si riempirà la bocca di questioni sociali tanto meno avrà un minimo ‘istinto sociale’”[19].<

Sulla base di queste inquietanti previsioni cerchiamo di ipotizzare come tali eventi – di cui saremmo solo all’inizio – potrebbero svilupparsi.

Abbiamo visto come Steiner parli espressamente di una visione del mondo profondamente materialista che creerebbe le condizioni perché possa svilupparsi anzitempo la guerra di tutti contro tutti.

E mi pare che ci siano pochi dubbi sullo stato di incontrastato materialismo della nostra epoca e sulla mancanza generalizzata di moralità.

Al tempo stesso le allusioni all’utilizzo immorale delle forze di natura (progetto HAARP, armi geopolitiche per il controllo climatico etc.) e l’anticipazione di una terra trasformata in un’unica immensa macchina funzionante elettronicamente (la rete globale del web o la globalizzazione della finanza elettronica ne potrebbero rappresentare l’inizio) non sono più solo ipotesi fantascientifiche.

Abbiamo visto in un precedente intervento come Steiner abbia attribuito ai poteri occulti angloamericani[20] il disegno di porre il mondo intero sotto il giogo del materialismo.

Tale scellerato progetto è passato attraverso la creazione della Società delle Nazioni prima e delle Nazioni Unite poi, la competitività sfrenata, la diffusione della tecnologia, la finanza priva di regole e di moralità, la creazione di un’idea di globalizzazione tesa solo allo sfruttamento economico dei Paesi più deboli.

E anche qui mi pare che ci siamo ampiamente.

Ha parlato – nel 1919! – di cause (fermenti) che dopo la distruzione della Germania, avrebbero portato senza dubbio a una seconda Guerra mondiale, che avrebbe messo di fronte America e Asia (USA e Giappone) e questo pure non fa una piega.

Per poi preannunciare che quegli stessi fermenti – se non contrastati - avrebbero “propagato la guerra su tutta la terra”.

Beh, che ne pensate? Non mi pare che questa prospettiva sia molto irreale.

Vediamo ora come potrebbe delinearsi ulteriormente questa ipotesi.

Una prospettiva potrebbe essere quella di uno scontro frontale tra USA e Cina/Russia, magari in seguito ad un attacco Israelo-americano all’Iran e/o alla Siria.

Di questo ci sono sicuramente le premesse, preparate da anni dai media embedded che suonano la grancassa dell’atomica iraniana, esattamente come fecero dieci anni fa con le famose WMD, o ‘armi di distruzione di massa’ di Saddam, mai trovate, ma che costarono un milione e mezzo di morti.

Altra prospettiva potrebbe essere quella di un estendersi di rivoluzioni a livello mondiale, causate dalla crisi economica dilagante, che riduce in schiavitù economica interi Stati, come è il caso della Grecia oggi.

Questi sconvolgimenti potrebbero cambiare radicalmente il volto della civiltà attuale portando l’umanità intera a uno stato primitivo, dove solo la forza di un Potere accentratore – magari presentato come il ‘salvatore dall’anarchia e dalla distruzione’ – sarebbe in grado di riportare ordine sociale a prezzo di violenze inimmaginabili.

Una terza inquietante prospettiva – se pur con uno sviluppo più graduale – potrebbe essere quella della messa in atto di tecnologie molto avanzate atte a controllare – vedi chip sottocutaneo (il Marchio della Bestia) – di cui si parla ripetutamente qui in USA come di una straordinaria ‘opportunità’ (sic!) per rendere la vita più sicura (ancora, proprio come le guerre al terrorismo hanno reso, nelle parole degli ultimi tre presidenti, gli Stati Uniti “un Paese più sicuro”!).

Queste tecnologie – attuate a livello di massa (come una sorta di ‘vaccinazione obbligatoria’ ed è così che si vagheggia di attuarle) sarebbero letteralmente in grado di soggiogare intere popolazioni in uno stato di totale sudditanza.

A quale di questi scenari ci stiamo avvicinando?

Probabilmente ad un mix del primo e del secondo.

Ma vediamo anche come contrastare il big Game e cercare di far fallire questa sciagurata prospettiva.

Secondo Steiner l’unica reale salvezza da questo scenario si può riassumere in una sola parola: fiducia!

Il nascere e il diffondersi della fiducia tra gli uomini.

Fiducia alla base dell’elemento sociale.

Fiducia dell’uomo nei confronti dell’altro uomo, e conseguente disponibilità alla diffusione delle verità.

E da chi viene ostacolato il sorgere di questa fiducia?

Dalle logge e dagli Iniziati dell’Occidente [angloamericani], ci dice Steiner, che non vogliono parlare all’elemento di libertà del singolo individuo, ma alle masse.

Che rivelano solo parzialmente quelle verità spirituali che – in armonia con i dettami del Mondo spirituale - devono essere rese pubbliche.

Rudolf Steiner fu infatti il primo a rendere pubbliche notizie e comunicazioni che sino ad allora erano state tenute gelosamente segrete dalle varie congreghe occulte.

Come il cristianesimo rappresentò nelle parole del Cristo una verità universale, diretta a tutti senza limiti di razza, nazionalità, sesso o cultura, allo stesso modo la Scienza dello Spirito di Steiner rivela conoscenze fino a quel momento riservate con l’obiettivo di dare a ogni uomo – senza limiti di razza, nazionalità, sesso o cultura – la possibilità di conseguire conoscenze spirituali.

Questo fece scatenare contro di lui l’ira di potenti organizzazioni che cercheranno di distruggerne l’immagine e financo di assassinarlo.

Gli Iniziati anglo-americani cercano dunque di promuovere quel tanto delle vie iniziatiche che serve a edificare il dominio angloamericano del mondo, ma la via dell’Iniziazione si deve rivolgere al singolo individuo e non alle masse utilizzando strumenti di persuasione occulta, facendo appello alla capacità di comprensione indipendente e libera di ogni singolo essere umano.

Questo principio è collegato con un principio sociale fondamentale; se ci si rivolge a ciascuno partendo da principi morali, etici, e aspettando – nei tempi di ciascuno – la risposta cosciente e libera, allora non si tende ad assoggettare gli uomini, utilizzando astrazioni per irregimentarli in gregge.

Solo se il singolo essere umano accoglie ed elabora liberamente la conoscenza occulta produce moralità e libertà anche sul piano sociale, portando dentro di sé l’antidoto ad ogni costrizione o menzogna con cui si cerca di intrappolarlo.

Questo è il motivo della divulgazione delle verità occulte nel secolo XX che l’Antroposofia ha attuato, in contrapposizione con le élite occulte angloamericane, che volevano continuare a utilizzare le proprie conoscenze solo per realizzare le proprie finalità di dominio globale.

“La grande fiducia, questo deve diventare l’impulso sociale più importante del futuro. Gli uomini devono poter lavorare insieme. Altrimenti le cose non andranno avanti. (…) Oggi comincia per gli Iniziati dell’Occidente [angloamericani] la grande angoscia, la terribile paura. Essi dicono: se noi parleremo in futuro solo alle singole persone allora scateniamo la guerra di tutti contro tutti, dato che in tal caso gli uomini non saranno organizzati, visto che si è costruita una fiducia generale, allora l’umanità precipiterà nella guerra di tutti contro tutti. Essi sentono questa angoscia. Per questo costoro vogliono mantenere queste verità iniziatiche, oserei dire, sottochiave lasciando avanzare l’umanità verso il futuro sotto una luce apparente, ma in stato di sonno”[21].

L’opera divulgativa delle verità occulte da parte dell’Antroposofia – che ha rotto tabu millenari[22], la pubblicazione di migliaia di libri, saggi, cicli di conferenze anche profondamente esoteriche – ha come scopo principale dunque quello di creare l’unica possibile difesa nella nostra epoca nei confronti dell’unilateralità di determinate potenti congreghe che si propongono di mantenere i popoli in sudditanza - in una sorta di sopore della coscienza - nei confronti del reale svolgersi degli eventi.

Libera diffusione delle verità spirituali per creare fiducia.

Per vincere ansia e paura.

Auspichiamo dunque che l’uomo – nel suo attuare libere scelte – possa essere in grado di disincantare queste terrificanti prospettive, un po’ come un’automobile che, con una poderosa frenata, riesca a fermarsi a pochi centimetri dal precipizio. Ma questo può avvenire solo se s’iniziano a rimuovere – partendo da ciascuno di noi - i ‘fermenti’, le cause che hanno portato a questo stato di cose.

Vale a dire il potere esclusivo della visione materialistica del mondo che deforma radicalmente ogni pensiero umano e paralizza ogni possibilità di crescita morale dei popoli.


Houston, 30 maggio 2012 



Piero Cammerinesi
www.pierocammerinesi.it




[1] George Orwell, 1984.
[4] ibidem
[5] Tyler, Patrick E. U.S. Strategy Plan Calls for Insuring No Rivals Develop: A One Superpower World. The New York Times: March 8, 1992. http://work.colum.edu/~amiller/wolfowitz1992.htm

[6] http://www.newamericancentury.org/publicationsreports.htm PNAC, Rebuilding America’s Defenses. Project for the New American Century: September 2000, pag.51
[9] "Ordine militare del 13 Novembre 2001: detenzione, regole di comportamento verso i detenuti e processo di non cittadini USA nella Guerra contro il terrorismo."
[12] Bellum omnium contra omnes o "guerra di tutti contro tutti" nell’accezione di Thomas Hobbes (1588-1679) descrive lo ‘stato di natura’ in cui, non esistendo legge alcuna, ogni individuo verrebbe mosso solo dal suo istinto, danneggiando gli altri ed eliminando chiunque gli sia di ostacolo verso il soddisfacimento dei propri desideri.
[14] Edgar Cayce reading (3976-26) April 28, 1941
[15] Rudolf Steiner, GA194, Die Sendung Michaels, R.Steiner Verlag Dornach 1994
[16] Rudolf Steiner, GA193, Der innere Aspekt des sozialen Rätsels, R.Steiner Verlag, Dornach 1989
[17] Rudolf Steiner, GA265, VERÖFFENTLICHUNGEN ZUR GESCHICHTE UND AUS DEN INHALTEN DER ESOTERISCHEN SCHULE 1904 BIS 1914 - Wesen und Aufgabe der Freimaurerei vom Gesichtspunkt der Geisteswissenschaft, Conferenza del 25 Dicembre 1904.
[18] Ibidem
[19] Rudolf Steiner, GA205, Der Mensch in seinem Zusammenhang mit dem Kosmos, Band 6, conferenza tenuta a Dornach il 6 agosto 1921.
[21] Rudolf Steiner, GA196, Geistige und soziale Wandlungen in der Menschheitsentwickelung, Conferenza del 17 gennaio 1920 tenuta a Dornach
[22] Basti pensare che nelle antiche Scuole dei Misteri si pagava con la vita la rivelazione di conoscenze apprese all’interno dei Misteri. Queste tradizioni durano tutt’oggi nei rituali massonici o mafiosi.

19 marzo 2012

Biblioteca NWO - La strage dei genetisti

“La strage dei genetisti. I retroscena della guerra nucleare, chimica, batteriologica”
Maurizio Blondet

Effedieffe, 2004
Pagg. 127

Poco più di una centinaio di pagine che si leggono d’un fiato, ricchissime di informazioni, dati e riferimenti a personaggi, eventi, gruppi.
Blondet delinea la cronistoria di una vera e propria strage, iniziata all’indomani dell’11 settembre 2001 e perpetrata ai danni di scienziati di tutto il mondo. Nel giro di pochi mesi, una ventina di virologi, genetisti e biologi sono morti in circostanze sospette. Diversi sono stati trovati “suicidati” (e in Italia questo termine virgolettato ha un significato ben preciso).
Blondet ricostruisce uno scenario raccapricciante, in cui il potere militare è alla caccia dell’arma assoluta, quella genetica, e per riuscirci non si fa scrupolo di comprare o ammazzare i migliori scienziati del mondo.

Sommario:
E il nome della stella è Assenzio
Vladimir Pasechnik
Novembre nero
L’antrace
Kelly e l’antrace
Quel missile vagante
Sicari all’opera
L’orribile progresso
La SARS è un’arma?
Cosa cerca Israele?
L’inevitabile è già qui
Terrore di Stato
La cronologia di Ruppert
Scienza contro civiltà
Mobilitazione totale
Così parlò Kelly